Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'inizio del secolo non continuerà ancora, con utilità comune... ... ave, secolo nuovo: possa tu portare teco la maggior copia di felicità a tutti gli uomini, assicurando almeno, a tutti indistintamente, il loro pane quotidiano! E il 19 genna10 1902: Il popolo italiano è agitato da una nuova vita, che sarà feconda di mirabili frutti. Io ho profonda fede nei destini di questo popolo, che va compiendo una lenta opera di purificazione e di elevamento morale. Come dalla abbiezione dei governi peggiori che precederono l'unificazione nazionale, si usd per opera dei veri patriotti, che non temerono le persecuzioni dei tiranni e il disprezzo o l'odio delle classi dominanti corrotte, cosi anche si uscirà dal putridume · che spadroneggia oggi. I peggiori elementi, gridando patt·ia, patria! si sono infiltrati dovunque c'era da mangiare a due ganasce; ma la parte sana del popolo italiano riuscirà pure a espellere questo marciume. Il popolo italiano non è, per fortuna, la turba dei commendatori e degl'imbroglioni: peggio per chi li ha sostenuti e permette che impunemente ora se la ridano. Una forza nuova, temibile, si avanza passo passo; e s'essa, nel suo irrompere, abbatterà e spezzerà, peggio per chi casca. Non è insomma l'uomo di battaglia, vin-:olato ad un gruppo politico, partecipe degli odi e degli amori del proprio partito; ma un osservatore sereno, per quanto non freddo e non egoista, dei fenomeni che gli si determinano d'intorno, volto piu a raccoglierne dati per le sue lezioni di storia e per la educazione civile dei suoi alunni, che a cercarvi dentro suggerimenti per una eventuale azione politica futura. II Eppure quell'anima in apparenza cosf placida, e oserei dire cosf torpida, portava in sé reconditi i germi di audaci idee e di opere gagliarde. I diari intimi, ch'egli andò vi~ via scrivendo dal 1893 agli ultimi tempi della sua vita, ci rivelano fra il 1893 e il 1901 un lavoratore assiduo, appassionato, preso com'egli stesso scrive dalla "ossessione della lettura," che divora "con furia indiavolata" tutto ciò che gli capita sotto mano - per es. fra l'ottobre del '94 e il febbraio del '95 legge scritti di Spencer, Gualterio, Antognoni, De Musset, Carducci, Goethe, Zumbini, Macaulay, Voltaire, Bonghi, Malthus, Garnier, Renan, Tocco, Brunetiére, Beloch, Mommsen, e comincia ad assalire il Capitale di Marx -; si prepara alle lezioni con cura minuziosa e faticosa; attende a bvori scientifici; si affatica in lezioni private a pagamento per arrotondare il magro stipendio; prende anche qualche lezione gratuita, se gli avviene d'incontrare alunni meritevoli di aiuto che non possano pagare; aggiunge alle lezioni pubbliche ordinarie lezioni straordinarie volontarie di storia o di tedesco; si aggrava con un eccesso di lavoro non mai interrotto: ma è sempre insoddisfatto di sé e dell'opera sua. Quei diari, che egli scrive "per obbligarsi ad una maggiore attività ed a rendere conto a sé di giorno in giorno del tem120 BibliotecaGino Bianco

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