Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

. . Movimento socialista e questione meridionale immediate, le quali variano continuamente, e ottenute le prime, il nostro metodo ce ne suggerisce delle altre. Il nostro programma non esiste, diviene. Il .o.ostroprogramma è la realtà stessa che si svolge e si tra.sforma proiettan– dosi nd nostro cervello; il quale, essendo parte della realtà,· accelererà colla forza. della coscienza il processo reale. ' A me pare, dunque, che la prima riforma da fare nel programma mi– nimo, sia quella di abbandonare assolutamente le parole "programma mi– nimo e massimo," e di prendere le altre parole meno equivoche: "riforme socialiste" oppure "program~a pratico." E di questo "programma pratico" noi diremo, colla dichfarazion<; di Bo– logna, che esso non è "il socialismo" - intendendo per socialismo quella forma sociale-limite verso cui procede la società moderJ?.ae che si va svilup– pando dai .fianchi del mondo borghese - ma non è "che l'indice sempre mutabile e progressivo di quelle riforme di maggior portata, le quali, mentre appaiono compatibili col fondamentale ordinamento economico di un dato momento, ne agevoleranno la graduale evoluzione a forme supe– riori, sia elevando il tenore di vita dei lavoratori, sia consentendo un piu normale e cosciente svolgimento delle lotte di classe, sia ringagliardendo le forme del partito socialista," sia - bisogna aggiungere alle precedenti pa– role della dichiarazione bolognese, "accelerando il movimento sociale verso la socializzazione." II Dal fìn qui detto appare che le nostre riforme non hanno limite, né di numero, né di estensione. Esse sono indefinite come indefinita è la realtà. In tutti i punti della vita sociale la nostra critica penetra e risplende; e a piè del lavoro critico nasce come rampollo la ricostruzione; la ricostruzione anzi non è che parte della critica. Ogni studio di indole pratica in qualsiasi campo della sociologia~ fatto con metodo marxista, è un contributo alla lista delle riforme socialiste, la quale deve restare sempre aperta a nuove aggiunte. Fra queste riforme c'è naturalmente una gerarchia: alcune sono imme– diate nel senso strettissimo della parola, cioè sono compatibili colla presente costituzione economica, politica e giuridica, per es., l'uso di concedere i lavori pubblici a Coo.perative, l'amministrazione delle opere di beneficenza in senso utile al proletariato. Altre sono immediate in senso piu largo, cioè sono compatibili colla costituzione economica e politica, ma richiedono la modificazione della legislazione; per es., la pianificazione municipale, la municipalizzazione delle tramvie ecc. Altre riforme sarebbero compatibili colla costituzione economica e non colla politica; per es., la responsabilità personale di tutti gl'impiegati dello stato, non escluso il capo. Altre riforme infine sarebbero incompatibili anche colla costituzione economica, come la 56 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=