Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Tutti gli scritti raccolti in questo libro, dopo quei primi del 1896-1902, documentano la via lungo la quale tutte le mie speranze andavano sfioren– do. Strada lunga assai: durai a percorrerla ben venti anni. La prefazione con cui accompagnai nel 1922 la raccolta intitolata Tendenze vecchie e ne– cessità nuove del movimento operaio italiano, e pubblicata dal Cappelli di Bologna, riassunse le mie esperienze di quel ventennio. 6 La prima delusione la ebbi sul problema delle autonomie comunali. A cominciare dal 1901 il ministero Zanardelli-Giolitti e poi il ministero Gio– litti, con l'appoggio dei deputati radicali, repubblicani e socialisti, inaugu– rarono, nel Nord, un metodo di governo piu rispettoso delle libertà poli– tiche. Il Governo centrale non mise piu, nel Nord,, bastoni fra le ruote alle Amministrazioni comunali, specialmente quando si trattava di grandi cit– tà: Milano, Parma, .Torino, Genova, Bologna, Venezia, Firenze erano di fatto autonome. A che scopo allora perdere il tempo a domandare le auto– nomie? Quanto ai comuni minori del Nord e a quelli del Sud, perché per– dere il tempo con tali ultime ruote del carro? Cominciò il Consiglio comunale di Milano, per accordo fra i "partiti popolari," a parlare non piu di una Lega per le autonomie, ma di un' As– sociazione fra i Comuni italiani (cfr. n. 9 di questa raccolta). E la confra– ternita si mise a discettare su le riforme amministrative piu desiderabili in Milano e luoghi consimili. Lo scandalo era grave per quel giovane meridionale, che vedeva quel che succedeva nei suoi paesi delle autonomie comunali,. mentre a Milano i radicali, repubblicani e socialisti si baloccavano coll'Associazione fra i Co– muni italiani. Quel che succedeva lo descrisse nella Critica Sociale del 16 dicembre 1902 e si può leggere nel n. 12 degli scritti raccolti in questo volume.' E raccoglierò i documenti di quel ,decennio in un libro su Le elezioni giolit– tiane nell'Italia meri.dionale, che spero succeda senza grande ritardo a ·que- sta raccolta. 8 • Nel 1902 pensavo che spettasse al "proletariato" di metter fine a quella vergogna. Ma il proletariato del Sud non aveva voto. Avrebbe dovuto soc– correrlo per la conquista del voto il proletariato del Nord, cioè il partito socialista del Nord. Quasi tutti gli scritti dal 1902 al 1911 furono una invo– cazione a quel soccorso. A me pareva di essere in buona posizione per far comprendere il do– vere di quel soccorso. Nelle lotte fra riformisti e rivoluzionari (o sindaca– listi), in cui i socialisti italiani sperperavano fiato a non finire, ero un rifor– mista per la pelle, e mi tenevo in disparte dai socialisti meridionali, il cui 6 Cfr. in qu~sta raccolta pp. 584-618. [N.d.C.] 7 Cfr. in questa raccolta per il n. 9 pp. 225-235, e per il n. 12 pp. 239-248. [N.d.C.] 8 Cfr. in questa stessa collana: G. SALVEMINI, Il ministro della mala vita e altri scritti sull'Italia giolittiana. [N.d.C.] 674 BibliotecaGino Bianco

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