Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale gliese. I ragazzi in agricoltura non possono essere iscritti all'ufficio di col– locamento prima dei 18 anni; chi li impiega prima, assume la responsabi– lità di infortuni eventuali oltre agli obblighi finanziari normali; per gli altri mestieri occorre aspettare i. 16 anni per assumerli. La scuola di avvia– mento al lavoro finisce a 13 o 14 anni. Dopo i 14 anni i ragazzi rimango– no senza scuola per due o quattro anni e senza lavorò. Gli anni migliori per imparare un mestiere sono perduti p~r effetto di una legge che non ha né testa né piedi, e, mentre vieta ai ragazzi di lavorare, non dà loro nessuna scuola, se non altro per passare il tempo. La scuola di avviamènto al lavoro sarebbe sufficiente a tenerli occupati fino a 13 o 14 anni:. sola– mente, bisognerebbe che non fosse scuola di chiacchiere. Finita quella scuola, dovrebbero i ragazzi subito andare come apprendisti in qualche bottega o nei lavori agricoli, in attesa della età matura per le fatiche vere e proprie. Di questo problema, che è vitale non per il solo ambiente qui descritto, ma per tutta l'Italia, bisognerebbe che i ministeri dell'Istruzione, del Lavoro, del Commercio, ecc., si occupassero con senso pratico e con la volontà di affrontarlo sul serio. Ma bisognerebbe anzitutto che se ne preoccupassero coloro che dovrebbero co~tituire le classi dirigenti nelle provmce. Alla inoccupazione giovanile nelle classi lavoratric~ si associa la di– soccupazione fra gl'intellettuali. Questa è spaventosa. Ai laureati in legge o in medicina, il cui numero è imprecisabile, si debbono aggiungere lau– reati in lettere, scienze naturali, matematica, e chi sa quanti maestri ele– mentari e ragionieri. La zona sociale franosa dell'Italia meridionale è qui. Tutto quanto si legge negli scritti miei sulla questione meridionale dal 1897 al 1920 deve essere molt~plicato per coefficienti paurosi da chi voglia farsi un'idea delle materie esplosive che si accumulano oggi nel nostr9 paese. Passando dalle condizioni economiche e sociali a quelle intellettuali, i dati dell'analfabetismo nei censimenti dal 1860 al .1940 non sono rintrac– ciabili. Nel 1931 gli analfabeti non furono censiti: Mussolini aveva riso– luto anche questo problema, e quindi non era il caso di occuparsene. Nel 1941 c'era altro da fare che censimenti. I dati del censimento 1951 sono ancora sepolti nelle carte di Roma. Ma si possono cercare indici indiretti. Nel 1953 la classe di leva ha dato 60 analfabeti su 300 unità, cioè la pro– porzione enorme del 20%, Ma la leva del 1954 non ha dato che 30 analfa– beti su 300 unità, cioè il 10%. Come un cosi forte sbalzo possa essere avve– nuto da un anno all'altro, non è chiaro. Specialmente quando si tratta di statistiche, l'aritmetica è un'opinione. . Abbiamo anche il numero degli sposi che non sapevano firmare l'atto matrimoniale: 662 BibliotecaGino Bianco

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