Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale si chiudeva in casa propria, e cercava di star qui sempre meglio, perdendo ogni impulso ad una espansione ulteriore; e chi stava male nella sua nicchia, non trovava nessuna solidarietà efficace negli occupatori delle nicchie piu fortunate. Sollecitando, insomma, il movimento delle avanguardie proletarie sul piano inclinato degli interessi di categoria e delle soddisfazioni comunali, l'onorevole Giolitti, lungi dal rafforzare le tendenze rivoluzionarie, svuotava lentamente di ogni tendenza sovversiva il movimento delle avanguardie organizzate: poteva sperare di trasformare gradatamente queste avanguardie in veri e propri organi di conservazione politica e sociale. Dislivelli, dunque, nella organizzazione economica e nella capacità di pressione politica, egoismi di categorie ed interessi locali, remissività gover– native e cointeressenze borghesi, - tutto concorreva a distrarre le minoran– ze proletarie organizzate dalle lotte per le riforme generali utili all'intera classe lavoratrice, allettandole verso la tattica delle conquiste parziali ad e– sclusivo profitto delle minoranze organizzate. Nel decennio, che succede alla conquista della libertà di organizza– zione, noi vediamo la politica çlelle organizzazioni proletarie e del partito socialista dirigersi sempre piu sistematicamente - secondata dal Governo - verso la conquista di quei soli provvedimenti legislativi e amministra– tivi, da cui possano trarre vantaggio quei soli gruppi della classe proletaria, che sono in grado di manovrare la forza della organizzazione economica, e i cui rappresentanti elettivi possono entrare nel gioco dei compromessi parlamentari. I risultati di tutta la politica socialista, fra il 1901 e il 1914, si possono classificare in tre categorie fondamentali, le quali corrispondono a quei tre gruppi sociali che formano la parte piu solida della massa elettorale socia– lista nell'Italia settentrionale: a) per gli operai delle industrie: leggi sociali, che non si estendono mai ai lavoratori' della terra; concessioni di forniture statali a prezzi politici; consolidamento del protezionismo doganale; finanziamenti bancari promossi o garantiti dal Governo, per impedire lo sfacelo delle industrie, ed assicu– rare lavoro ai "poveri operai" minacciati dalla crisi; b) per le organizzazioni agricole della zona padana: concessioni con– tinue di lavori pubblici, anche non urgenti) anche non necessari, alle coo– perative per combattere la disoccupazione; istituzione di una Banca del la– voro, finanziata dal Governo, per sostenere le cooperative; e) per gli impiegati pubblici: aumenti di stipendi; statizzazioni; aumento continuo della burocrazia centrale, considerata come strumento indispensabile delle statizzazioni, e alleata efficacissima nella elaborazione ed esecuzione della legislazione sociale. Riforme tributarie, autonomia comunale, riforme doganali, riforme mi– litari, riforme elettorali, legislazione sociale per tutti i lavoratori; tutte le 592 BibliotecaGino Bianco

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