Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

. . Tirando le somme ciasse l'ordine pubblico, se il Governo prometteva di pagare speciali sopra– prezzi a carico del bilancio dello Stato. Le statizzazioni delle ferrovie e dei telefoni riescivano purtroppo assai gravose pel bilancio dello Stato; ma non erano punto rovinose per gli azio– nisti delle società "espropriate"; ed ogni possibilità di cauto esame e di cal– ma discussione su provvedimenti cosi gravi, era soppressa dalle agitazioni degli operai e degli impiegati, che avevano interesse alle statizzazioni, e tempestavano perché si· facesse presto. Quanto agli aumenti di stipendio agl'impiegati, la burocrazia dei mini– steri trovava sempre modo di inserire in ogni legge di miglioramento una riforma di organici e un aumento di posti direttivi: cosi si rafforzava sem– pre piu. il "Governo centrale" dal momento che il "Governo centrale" è costituito in realtà dall'alta burocrazia dei ministeri, e i ministri e i deputati non sono che il camoufiage e i gerenti responsabili della burocrazia. Il colpo maestro, in questo campo, lo fece, nel 1908, l'onorevole Giolitti, quando agganciò ad una delle tante leggi di miglioramento uria legge sullo stato giuridico degli impiegati, la quale legalizzava definitivamente il dispotismo dell'alta burocrazia sugli strati medi e inferiori della gerarchia amministra– tiva: la massa degli, impiegati, accontentata per il momento nei bisogni im– mediati, inghiottf il nuovo sistema di compressioni, e lasciò isolati e senza autorità quei pochi ingenui, che protestavano contro il ricatto; si rafforzò cosf per l'avvenire, o si credé di rafforzare, la disciplina degli uffici, l'onni– potenza del potere centrale, e la cosiddetta "autorità dello Stato." Le spese per queste larghezze potevano essere affrontate tanto piu fa– cilmente, in quanto il bilancio dello Stato, nel primo decennio di questo secolo, dette sempre, anno per an,no, avanzi assai lauti, su cui si poteva ta– gliar panno per tutte le nudità particolari, a patto di rinunziare ad utiliz– zarli per le riforme di interesse generale. Con questo metodo di governo, l'onorevole Giolitti rompeva certo la resistenza del fronte borghese, in quelle zone dove le avanguardie prole– tarie facevano maggiore impeto: e contro l'abbandono delle tradizionali di– fese rigide cieche, protestavano costernati i semplicisti delle vecchie confra– ternite conservatrici. Ma, data la esiguità delle avanguardi·e, e data la loro concentrazione in pochissi·me province, le fratture riescivano di scarsissima entità, relativamente all'insieme del sistema, che occorreva difendere. In compenso, i gruppi d'avanguardia, passando attraverso quelle brecce e tro– vandosi acconten.tati nei loro desideri immediati, erano portati a poco a poco a considerare come un peso fastidioso e una inutile perdita di tempo le grandi agitazioni di interesse generale, che li avrebbero distratti dagli affari propri. Cioè il sistema degli interessi conservatori, facendo qualche inevi– tabile concessione frammentaria su qualche zona circoscritta, riesciva ad alleggerirsi da ogni pressione pericolosa sull'insieme delle sue frontiere. E la classe proletaria veniva lentamente divisa in compartimenti stagni, privi di comunicazioni e di simpatie attive gli uni con gli altri: chi stava bene 591 BibliotecaGino Bianco

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