Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale ' credere al pubblico degli ingenui che esista fra i diversi rami della attività industriale italiana una solidadetà protezionista, assai piu larga di quella che esiste nella realtà; 2) compensano quegli industriali meccanici, che non sono interessati nel camorrismo siderurgico, del danno della protezione con– cessa al ferro di prima lavorazione, e cercano cosi: di cointeressarli al siste– ma protezionista generale; 3) dopo essersi cosi: assicurati i piu lauti guada– gni negli affari, di cui non parlano o parlano poco, trovano che non è male se anche le azioni da essi possedute nelle industrie meccaniche abbiano dal– la protezione governativa qualche altro guadagno di secondo grado. Non altrimenti .gli zuccherieri tentano di far passare la difesa dei loro interessi come necessaria nientemeno alla... viticultura nazionale; e trovano anche qualche giornale socialista riformista, che li prende sul serio... Ma non tutti gli industriali meccanici appartengono a quell'alta scuola del parassitismo protezionista. Parecchi di essi - specialmente i minori - vedono i danni provenienti dagli alti prezzi del ferro di prima lavorazione, non trovano compensi in altri giri di affari piu vicini al centro della camor– ra protezionista, e non hanno quindi nessun interesse a fare la commedia della difesa siderurgica sotto la maschera della difesa meccanica. Perché, dunque, preferiscono la soluzione protezionista e meno favo– revole ai loro interessi, alla soluzione onesta e piu conveniente? Ecco la seconda considerazione a cui innanzi accennavo. I produttori di macchine si trovano di fronte ai siderurgici, padroni del Governo, i quali offrono loro di rifarli a spese dei consumatori di tutti i favori che la siderurgia ottiene a spese dell'industria meccanica. Per rifiu– tare questo patto, bisognerebbe che i meccanici vedessero nel paese un movi– mento politico antiprotezionista abbastanza forte e tenace per mettere in dubbio la onnipotenza politica dei siderurgici. Ma questo movimento fi– nora non c'è stato, perché i partiti democratici, che avrebbero dovuto fare la campagna antiprotezionista, si rifiutavano di farla, essendo troppi depu– tati e giornalisti democratici o incapaci di comprendere gli elementi del problema o interessati a non comprenderli. Che meraviglia, in queste condizioni, se i produttori di macchine, da brava gente pratica, la quale non intende ccmpromettere i suoi interessi per i begli occhi d'una idea, pieghino verso l'alleanza siderurgica? Accordarsi con un prepotente per saccheggiare un terzo, sarà sempre piu "pratico" che lasciarsi saccheggiare dal prepotente per uno scrupolo di onestà. Il giorno, invece, che un forte movimento antiprotezionista si deter– minasse in Italia, il blocco protezionista comincerebbe subito a sfaldarsi e a disorganizzarsi. I gruppi, i quali - a somiglianza dei produttori di mac– chine - non hanno nessun vantaggio dal protezionismo, anzi ne sono cosf danneggiati da dovere invocare compensi in ulteriori forme di protezione, non tarderebbero ad abbandonare l'alleanza coatta, in cui sono complici e vittime. Ben presto i veri e proprt protezionisti - siderurgici, zuccherieri, cotonieri, granicultori in grande - apparirebbero quali realmente sono: 550 BibliotecaGino Bianco

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