Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimmto socialista e questione meridionale Mi limito a far qui notare che non ho mai parlato di inutilità di ogni coltura. Sostengo solo che non è pratico dedicarsi ad un'opera essenzialmente di coltura scola– stica nel campo socialista, che un tentativo di questo genere fallirebbe senz'altro per ragioni (che esposi al congresso) di indole proprio pratica e tecnica. Cosi per l'indirizzo del giornale. E se Tasca e i suoi amici avessero avuti i 133 voti di piu, ne avrebbero fatta la prova. È proprio l'esame del problema tecnico che ci ha dato la conferma della nostra premessa teorica, accennata nella mia lettera precedente, che cioè il socialismo è ba– sato non tanto sulla coltura quanto sul sentimento di solidarietà proletaria, e che quelli che credono il contrario saranno ridotti a negare il trionfo finale del socialismo... come a poco a poco vi si sono ridotti gli studiosi dei problemi tecnici. Problemi che, mi permetto ripetere, noi rivoluzionari non scartiamo aprioristica– mente, ma solo quando abbiamo assodato e dimostrato che tutte le possibili soluzioni di essi non cavano un ragno dal buco. E ci sforziamo di educarci a guardare piu lontano sf, ma anche piu in alto. La ringrazio ancora, signor direttore, dello spazio concesso ad una discussione che tanto interessa il nostro movimento giovanile. AMADEO BoRDIGA Postilla Anzitutto, non comprendiamo perché il B. appiccichi sempre al nome coltura l'aggettivo scolastica. La coltura non è né scolastica, né estra-scola– stica. La scuola è urio dei mezzi per trasmettere la coltura, e spesso la tra– smette assai male, cioè trasmette non la coltura ma una incoltura amman– tata di presuntuosa incoscienza. Della quale il B. ci troverà sempre con– senzienti con lui a riconoscere la inutilità e il danno. Ma a patto che egli la chiami ignoranza scolastica, e non coltura scolastica. Ciò posto, e adoperando il termine coltura nel ~enso buono: cioè nel senso di vivace e attivo desiderio di impadronirsi degli elementi della realtà, e di sforzo penoso per conquistarli e per trasformarli nel senso dei nostri ideali, e di consapevole riluttanza contro ogni pappagallismo scolastico e non scolastico, noi non riesciamo a vedere perché il B. si dolga di sentirsi at– tribuita da noi l'opinione che la coltura è inutile. Egli afferma, anche in questa lettera, che lo studio dei problemi tecnici non cava un ragno dal buco e che il trionfo finale del socialismo si avrà n'on tanto dalla coltura quanto dal sentimento di solidarietà proletaria. Egli non salta a piè pari lo studio e la discussione dei problemi tecnici: solamen– te da quello studio arriva alla conclusione che è tempo perduto ... studiare, che studiando si corre pericolo di negare il trionfo finale del socialismo, e che perciò... Il perciò, se noi ·non abbiamo le traveggole, è chiaro:· non dobbiamo perdere il nostro tempo a cavare i ragni dai buchi. Anche questa lettera, per altro, venendo da un giovane di vero ingegno, e tutt'altro che incolto, e fornito di un vivace senso della realtà, contiene una osservazione di fatto assai intèressante: studiando i problemi tecnici, si 540 BibliotecaGino Bianco

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