Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale La, tattica Se il programma d'azione dei riformisti di destra fosse concretamente e chiaramente definito, la tattica del gruppo sarebbe per conseguenza anche essa concretamente e chiaramente definita. In questo momento, in Italia, chi voglia sul serio un gruppo di riforme, per esempio, doganali e tributaria, che colpiscano il protezionismo industriale e le immunità tributarie del capitale mobiliare, deve adattarsi a sentirsi iso– lato da tutti i gruppi politici di tutti i colori e deve considerare tutti come propri nemici: è l'intransigenza in nome del proprio programma doganale e tributario. Questa intransigenza, diffondendosi le nostre idee nel paese, potrà prima o poi cedere il passo a determinati sistemi di alleanze, non ap– pena determinati gruppi politici diversi dal nostro abbiano aderito al pro– gramma nostro; ma di questo si parlerà, quando sarà il caso; finché sare– mo soli a volere una data riforma e a considerarla improrogabile, la intran– sigenza contro tutti e contro tutto è una necessità logica e pratica. I riformisti di destra, invece, mentre evitano di definire con la necessa– ria e impegnativa chiarezza le riforme immediate da presentare al giudizio del paese, insistono disperatamente sulla necessità di continuare il sistema delle alleanze bloccarde. L'ora non è facile - troviamo nella relazione - e i pericoli sono molti e gravi; molti e forti sono gli avversari che muovono all'assalto delle posizioni politiche che noi abbiamo conquistate e tenute in questi ultimi anni; non dobbiamo perciò abban– donare la battaglia, voltare le spalle agli alleati di ieri, lasciar soli i partiti di demo– crazia o, peggio ancora, sospingerli nelle braccia del nemico. Piu conforme agl'interessi proletari è, invece, la tattica che vuol mantenere con questi partiti gli antichi rapporti, per difendere insieme le conquiste democratiche di quest'ultimi anni, e cos1 salvarle dall'irruenza crescente delle forze conservatrici. Le alleanze, dunque, sono giustificate non con la esistenza di un pro– gramma d'azione positivo comune per l'avvenire, fra i riformisti di destra e i "partiti di democrazia": questo programma non l'hanno, come abbiam visto, i riformisti di destra, e meno che mai l'hanno i loro alleati: salvo che non sia programma proprio quell'" anticlericalismo di vecchio stampo," che i riformisti di destra sentono disadatto a mettere in valore il suffragio qua– si universale. Le alleanze sono proclamate necessarie per la difesa delle posizioni politiche conquistate negli ultimi anni. Quali posizioni politiche? Che cosa intendete per conquiste democratiche degli ultimi anni? I posti di· deputati e di consiglieri comunali? Le influenze negli uffici dei ministeri e nelle prefetture? Gli appalti impetrati per le cooperative di lavoro? Le nomine di alcuni deputati e organizzatori in un certo numero di Consigli superiori? I 6666 ordini del giorno, che l' on. Cabrini, in occasione della discussione di tutte le leggi e di tutti i bilanci, è riuscito finora a far accet– tare da tutti i ministri... come raccomandazioni? Le soddisfazioni oratorie 530 BibliotecaGino Bianco

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