Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

I riformisti di destra le idee dell'on. Bonomi e quelle della relazione pel congresso di Reggio E– milia, c'è l'abisso. Quale programma tributario dei riformisti di destra devo– no dunque prendere sul serio gli elettori? Si parla della necessità di "ispirare i nuovi trattati di commercio a un minore protezionismo," e di ridurre "i dazi protettori e fiscali che rin– carano i consumi." Anche dieci anni or sono si dicevano queste parole. Ma i trattati di commercio protezionisti passarono, se la memoria non c'ingan– na, in una seduta antimeridiana, e certo senza nessuna resistenza o protesta del partito e dei deputati socialisti. E quando l'onorevole Giolitti nell'au– tunno 1909 propose la riduzione della protezione sullo zucchero, furono proprio alcuni deputati socialisti a strillare piu forte degli altri. Il solo dazio protettore-fiscale, che i socialisti italiani abbiano finora combattuto con una certa continuità, non diciamo di volontà, ma di velleità, è stato il dazio sul grano. E contro questa campagna, cosI limitata ed esclusiva, è stato piu volte giustamente ripetuto che essa, avulsa da una lotta generale contro il protezionismo anche industriale, non era che una forma piu brutale di pro– tezionismo industriale e di brigantaggio a spese dell'agricoltura. Nella re– lazione dei riformisti di destra sarebbe stata opportuna una piu esplicita chiarezza a questo riguardo, specialmente dopo che il liberismo socialista ha dato cosI splendide prove di sé nelle sovvenzioni marittime. Si parla di Questione meridionale, "che il partito socialista ha avuto il torto di non curare abbastanza"; e si propone che "lo Stat9 intervenga, sia favorendo lo spezzamento del latifondo, sia agevolando il trapasso della terra dei vecchi possessori absenteisti ai nuovi coltivatori diretti, sia (e ciò è il compito piu proprio dello Stato) creando quell'ambiente di civiltà, che va dal risanamento del suolo alla diffusione della scuola, dai facili mezzi di comunicazione al piu rigoroso rispetto della legge da parte di tutte le amministrazioni." Troppa grazia! Noi ci sentiamo troppo soddisfatti. Que– sta non è la Questione meridionale: è la questione di tutta l'Italia agricola e povera: piu acuta e sensibile certo nel Mezzogiorno, che è quasi tutto po– vero, mentre nel Nord e nel Centro vi sono qua e là delle oasi di benes– sere, che abbiamo l'abitudine di chiamare "il Nord." Ora risolvere il pro– blema della povertà agricola italiana non può essere l'opera di un program– ma immediato di un partito. Contentiamoci di assalire per ora qualcuno dei lati del problema: per esempio il· lato del protezionismo doganale, a cui si deve provvedere nei prossimi anni. In seguito, via via, penseremo al resto. Quanto a quell'insieme di ingiustizie tributarie, di errori legislativi, di pratiche amministrative perverse, che costituiscono la vera e propria "que– stione locale meridionale," non vogliamo essere· critici troppo s_evericon la relazione dei riformisti di destra: essa è una prova di buona volontà, che non ci è lecito svalutare con diffidenze, che possono essere ingiustificate. Del resto tocca ai meridionali farsi avanti e difendere da sé i loro diritti. E finché penseranno solo a fare dimostrazioni per la Libia, bene loro starà se saranno becchi e bastonati. 529 BibliotecaGino Bianco

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