Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale primi scontri, e il contadiname del Mezzogiorno sentisse rallentarsi la po– tenza che l'opprime, in nove decimi dei comuni meridionali avremmo in– surrezioni analoghe a quella di Verbicaro. Non esiste ancora in Italia una vera e propria nazionalità, consapevole e reale. Manca fra noi ogni equilibrio di sviluppo economico, di condizioni sociali, di educazione intellettuale e morale; in una buona metà del nostro paese la classe dominante è incapace di dirigere e pensa solo a sfruttare, e la classe dominata non è legata alla patria da nessun vincolo d'affetto, e non vede in chi la governa che un nemico da fuggire e un ostacolo da ab– battere non appena se ne presenti la opportunità. '.È un male, che non si può guarire "per incanto." Affinché sia sanato, occorre: I) mettere freno al malfare dei "galantuomini" nelle ammini– strazioni locali; 2) costringere il "Governo" a occuparsi dei bisogni reali dei contadini meridionali; 3) dare ai contadini la sensazione chiara e con– tinua che il "Governo" non è un oppressore, il quale si sovrappone ad essi dal di fuori con la violenza e li schiaccia; ma è formato da essi stessi, può essere trasformato dalla loro volontà, può diventare meno malefico, solo che essi vogliano e sappiano modificarlo. A questi resultati ci condurrà lentamente, ma continuamente il suf– fragio universale. I "galantuomini" meridionali non potranno piu godersi spensierata– mente il monopolio dei poteri politici ed amministrativi, lasciando al "Go– verno" la cura di ammazzare e di mandare in galera i contadini, quando avvenga che questi perdano la pazienza e si rifiutino· di lasciarsi tosare. Lor signori dovranno andare periodicamente a chiedere ai contadini il per– messo di tosarli: e dovranno avere nella tosatura la mano piu delicata e piu "savia." Il suffragio universale sarà per essi quel che è la museruola ai cani arrabbiati. Il "Governo," cioè i signori deputati e i funzionad dello Stato, non potranno piu ridurre il loro ufficio a render servigi personali ai piccoli bor– ghesi, dissanguare con le tasse i contadini senza dar mai nulla in ricambio, e ammazzare e mandare in galera i ribelli. La paura delle elezioni li ren– derà piu "savi": insegnerà loro il danno elettorale delle repressioni e la necessità di cercare e guarire le radici dei mali. I contadini non avranno piu bisogno di tumultuare per manifestare il loro malcontento contro le autorità: non dovranno fare altro che aspettare le elezioni. - Daranno il voto, forse, a persone che faranno spropositi mag– giori e aumenteranno i loro mali? - Cambieranno anche queste. - E a furia di cambiare troveranno. Ad ogni modo si avvezzeranno ad attribuire a sé stessi la causa dei loro mali. L'ésercizio della libertà e il sentimento della responsabilità li renderà a poco a poco piu "savi." Naturalmente, il voto dato ai contadini renderà acute e urgenti tutte quelle questioni di giustizia distributiva, di organizzazione amministrativa 496 BibliotecaGino Bianco

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