Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La "polveretta" compatta. "Noi siamo una cooperativa, e ci dobbiamo aiutare," dice l'ono– revole De Bellis. Chi ne tocca uno, li tocca tutti. Il nostro sistema politico e amministrativo si fonda sull'asservimento della piccola borghesia intellettuale meridionale e dei suoi rappresentanti parlamentari ai gruppi politici prevalenti nell'Italia settentrionale, e sul consenso sistematico dei gruppi politici prevalenti nell'Italia settentrionale alla malvagità delle clientele meridionali. Finora prevalevano al Nord i gruppi cosiddetti conservatori; e i depu– tati della piccola borghesia meridionale facevano i lanzichenecchi dei partiti conservatori, e tutti i villani diventati Marcelli, che non riescivano ad avere l'appoggio dei prefetti nelle elezioni, si proclamavano democratici e radicali. Oggi, che l'onorevole Giolitti ha vestita la casacca del democratico, e tutti prevedono che alle future elezioni i questurini e i mazzieri lavoreranno per gli amici dell'onorevole Sacchi, tutta la marmaglia politicante non chiede di meglio che far da lustrascarpe al radicalismo trionfante, e si proclama radicale. Naturalmente, non appena il radicale di Dronero avrà scelto fra gl'infìniti radicali, di cui pullula oggi l'Italia meridionale, i radicali auten– tici e maggiori, e li avrà investiti del proconsolato nei loro collegi, tutti i radicali rifiutati si proclameranno conservatori, sonniniani, clericali. E aspet– teranno eh~ l'onorevole Giolitti cambi un'altra volta casacca. Il grande problema della presente vita pubblica italiana è di sapere se le organizzazioni proletarie dell'Italia settentrionale si renderanno solidali con la politica giolittiano-radicale, se si renderanno anch'esse complici della delinquenza piccolo-borghese meridionale, se accetteranno l'ufficio di aguz– zine, mediante adeguata partecipazione agli utili, della classe lavoratrice meridionale. [Da "La Voce," 16 marzo 1911.] L " l 111 a poveretta Quei disgraziati di Verbicaro, quando saranno diventati elettori, diven– teranno per incanto piu savi e piu felici? - cosf domanda il Corriere della Sera nel commentare i fatti di Verbicaro. 2 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 435-440. [N.d.C.] 2 Il 28 agosto 1911, a Verbicaro (Cosenza), la folla, ritenendo che l'epidemia colerica che infuriava nel paese fosse stata provocata ad arte dai "galantuomini" incendiò il municipio, ucci– dendo un impiegato comunale. I carabinieri fecero fuoco provocando un morto e parecchi feriti. [N.d.C.] 493 BibliotecaGino Bianco

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