Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riforme parziali e riforme generali Ebbene che cosa è avvenuto in Italia? Nei primi tempi - come ho det– to e come voglio ripetere - occorreva organizzare ed andare avanti dove era possibile e dove il lavoro riesciva piu fruttifero. E se il Turati, che ha pubblicato tanti miei articoli sulla Critica Sociale, si ricordasse di quello che io ho scritto, testimonierebbe senza dubbio che vi è stato un lungo pe– riodo di tempo, fra il 1900 e il 1908, in cui io, socialista meridionale, sono stato sempre in dissidio con tutti i socialisti meridionali, e ho sempre affer– mato che essi avevano torto a combattere l'indirizzo allora prevalente nel partito. Mercé quest'indirizzo era assicurata la vita alle organizzazioni del– l'Italia settentrionale; questo doveva essere in séguito altrettanta forza per noi meridionali: dovevamo quindi sacrificarci ed aspettare: quassu si prepa– rava la nuova vita non solo per voi ma anche per noi. Invece, via via che vi rafforzate, cresce in voi la indifferenza e l'egoismo. Ed ecco perché io non taccio piu. E protçsto contro la indifferenza vostra (approvazioni). Per Ferrer2 fate uno sciopero generale. Quando da noi sono ammazza– ti dei lavoratori (nel mese passato in una settimana abbiamo avuto sette morti e molti feriti) allora il giornale quotidiano del partito dice: "Dipende dal fatto che avete poca educazione" (bravo! applausi). Anche i gesuiti che hanno fucilato Ferrer erano indelicati, direbbe Ferravilla. Ma contro essi avete protestato. Solo i morti nostri trovate che sono morti perché non era- no educati (approvazioni a sinistra; interruzioni). . È un traviamento generale di tutto il movimento. Le vostre masse ope– raie, piu progredite, piu fortunate, meglio organizzate, si trovano portate naturalmente, perché gli uomini sono uomini, a provvedere solo a sé. Han– no i loro interessi, i loro affari, le loro difficoltà, le loro miserie. Perché è vero che i vostri lavoratori sono meno miserabili dei nostri, ma hanno an– che essi tanti bisogni. Eppoi raggruppati come sono in una limitata zona, in un triangolo che potete segnare fra Genova, Milano e Ravenna, essi non conoscono i dolori di quelli che vivono lontani da loro; non realizzano le miserie e i bisogni speciali dei gruppi ad· essi ignoti. È naturale, perciò, che le vostre organizzazioni economiche seguano una linea di condotta par– ticolarista. Ma il partito socialista, che dev'essere il partito della intera classe lavo– ratrice, pur ~enza mettersi violentemente contro la minoranza piu avanzata, che è poi la sua forza, deve correggere le tendenze localiste, egoistiche, cor– porativistiche, dei gruppi d'avanguardia. Deve avere anche il coraggio di dire qualche volta ai piu fortunati: "Alto là! niente di nuovo per voi, fino a che gli altri, che sono in coda, non abbiano ottenuto anche essi qualche cosa" ( benissimo!). ,Quando fu conquistata per gli operai delle industrie la legge dei pro– biviri, tutti applaudimmo e dicemmo: è bene che l'avanguardia faccia que– sta conquista. Però l'avanguardia non pensò che la legge dei probiviri oc- 2 Cfr. nota 10 a p. 371. [N.d.C.] 447 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=