Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

I tumulti di Molfetta e politiche della classe lavoratrice per la conquista del suffragio universale, politico ed amministrativo, esteso alle donne ed associato con la rappre– sentanza proporzionale e con la indennità ai deputati. [Da "Partito Socialista Italiano. Congresso Nazionale, 21-22-23-24-25 ottobre 191O," Suffragio universale (specialmente in rapporto al problema meridionale). Relazione di Gaetano Salvemini, Roma, Cooperativa Tipografica Avanti!, 1910.J I tumulti di Molfettd Io non li ho visti coi miei occhi, perché giunsi a fatti finiti. Perciò non posso descriverli con gli stessi colori vivaci e impressionanti, di cui hanno fatto sfoggio quei giornalisti che non li avevano visti neanch'essi. Posso dire solo che il dottor Fiore, capitano della Croce Rossa, contro la quale i tumulti furono diretti, rimase trasecolato quando vide sul Corriere della Domenica la vignetta in cui il "popolo" di Molfetta, armato di ascie, distrugge un carro di disinfettanti. Egli non si era mai avvisto di avere corso un pericolo cosi grave, né pensava che due o trecento donnicciole affamate ed esasperate potessero essere considerate come tutto il "popolo" di una città di 45.000 abitanti. Ma quel che importa non è la gravità maggiore o minore dei tumulti. Importa il fatto che in un paese normalmente pacifico, in cui i delitti di sangue sono rarissimi e basta di solito una mezza dozzina di carabinieri per mantenere il cosiddetto ordine, sieno avvenuti dei tumulti violenti contro la profilassi anticolerica. Questi tumulti sono venuti dopo quelli di Barletta. E se continuiamo ad andare a"Vanticon la testa nel sacco, altri tumulti avverranno in altri paesi. E non sempre si troverà, come a Barletta e a Molfetta, a coman– dare la forza pubblica un uomo, come il capitano Radice, dalla mente lucida ed equilibrata, dai nervi solidi e dal cuor d'oro, il quale saprà circo– scrivere e lasciar passare la tempesta senza ammazzare nessuno e perciò senza guadagnare veruna medaglia al valore. Motivo per cui cominceremo a sentire che in Puglia chi non muore di colera muore ammazzato. E già l'alibi per gli errori, che si commettono quaggiu, è pronto ad uso dei poltroni e degli egoisti di tutti i partiti. 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 279-308. [N.d.C.] 435 BibliotecaGino Bianco

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