Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Suffragio universale ( specialmente in rapporto al problema meridionale) nuto, anzi, molto peggio di quanto l'onorevole Sonnino nel 1881 progno– sticava. In molti comuni, specialmente dell'Italia meridionale, le amm1mstra– zioni comunali hanno combattuta la scuola elementare, appunto per evi– tare che i contadini conquistassero con la istruzione il diritto di voto. Ci sono comuni, in cui il maestro tanto piu è ben veduto dai piccoli tirannelli comunali, quanto meno fa lezione; perché, dicono laggiu i proprietari, "il saper leggere e scrivere è una disgrazia." I contadini pagano a loro spese i maestri privati. Ma quando vanno a dare l'esame davanti al pretore per diventare elettori, sono spietatamente bocciati. "D . . '' . d. " 1 1 D C d 14 1 a ora m poi, si ice, con a egge aneo- re aro e cose cam- bieranno." Speriamolo, ma non illudiamoci troppo. L'Italia ha perduto cin– quant'anni, facendo poco o niente. E non può da un momento all'altro riguadagnare il tempo perduto. Anche se fossimo capaci di costruire a un tratto quel perfetto sistema scolastico, che ci manca, tutti i nostri sforzi nella lotta contro l'analfabetismo sarebbero per molto tempo paralizzati dal– la insufficienza degli edifizi scolastici e dalla mancanza di maestri. È stato calcolato che per combattere seriamente l'analfabetismo bisognerebbe isti– tuire subito per i soli alunni dai sei ai dodici anni 47.000 nuove classi. Cioè, anche affidando due classi allo stesso maestro e collocandole nella stessa aula con orario alternato, sarebbero necessarie 23.000 nuove aule e 23.000 nuovi maestri. Ora le aule non possono nascere da un momento all'altro. E meno che mai si possono improvvisare maestri. Questi, anzi, non bastano nem– meno ai bisogni attuali. Molte scuole si devono tener chiuse per mancanza di maestri. Nel 1908-09 in dieci sole provincie italiane non hanno potuto funzionare per questo motivo ben 887 classi. Sono migliaia e migliaia di bambini condannati senza loro colpa a esser analfabeti oggi e privi del di– ritto elettorale fra dieci o dodici anni. Invece di aspettare la estensione del diritto elettorale dalla scomparsa dell'analfabetismo, dobbiamo considerare il suffragio universale come ausi– liario preziosissimo nella lotta per la istruzione popolare. I contadini anal– fabeti sono ormai quasi ovunque nell'Italia meridionale giunti a sentire per sé e per i loro figli la vergogna e il danno dell'analfabetismo. Ricorrono ai maestri privati a pagamento, perché la scuola pubblica gratuita non si cura di loro e serve solo alla piccola borghesia padrona del potere. Essi tro– veranno bene, quando saranno eletti, il modo di imporsi ai Comuni, alle Province, allo Stato, obbligandoli a creare le scuole dove sono necessarie, a moltiplicarne i maestri, a risolvere sul serio il problema della scuola popo– lare. E allora vedremo i consiglieri comunali, i consiglieri provinciali, i deputati, mettersi anch'essi tutti affannosamente alla lotta contro l'analfa- 14 La legge 11 giugno 1911 che migliorava nell'ordinamento e nel finanziamento le condi– zioni delle varie scuole per l'istruzione elementare. [N.d.C.] 415 BibliotecaGino Bianco

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