Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale delle infamie elettorali del marzo 1905, 5 che dal mio grido di allarme contro uno stato di cose, che molti deplorano a bassa voce e pochi osano aperta– mente criticare. Né contro le mie affermazioni giova protestare essere falso che le coo– perative di lavoro facciano "lauti affari"; e ricordare che esse hanno poche contestazioni con lo Stato; e descrivere la perfetta solidarietà nella distribu– zione dei guadagni fra i diversi gruppi di soci. Tutto questo non ha nulla da vedere con la presente discussione. Una cooperativa può fare magrissimi affari; eppure avendo bisogno o stando per avere bisogno da parte del Governo di certe facilitazioni, essa può sospingere il deputato a un'opera di !>ollecitazionee può creare nei soci uno stato d'animo, che non ha nulla da vedere con l'azione politica e con la educazione morale del socialismo. Piu anzi una cooperativa farà "mag- giori affari," e piu grave sarà il pericolo. • Una cooperativa può non avere mai avuto nessuna lite con lo Stato; può essere stata sempre inappuntabile nei suoi lavori: eppure, per ottenere appalti di pubblici lavori ha dovuto chiedere al prefetto la inscrizione all'al– bo prefettizio, può avere bisogno di chiedere lavori pubblici continuamente per lenire la disoccupazione o per utilizzare gl'impianti, deve presentare ogni anno, come una qualunque Opera pia, il bilancio alla revisione pre– fettizia: e in queste condizioni .è naturale, è umano, ma è socialisticamente funesto, che i soci di quella cooperativa tendono ad apprezzare tutta la po– litica del paese solo a seconda che l'azione del ministro o del prefetto sia o non sia "democratica." Una cooperativa può essere un ideale perfetto di fratellanza e di giu– stizia nel suo interno; ma se i salari e i profitti, nella cui divisione si eser– cita la fratellanza e la giustizia, sono dovuti a favori che lo Stato fa a spese della intera classe lavoratrice; e se la cooperativa crea nei soci una indiffe– renza per le necessità politiche generali della classe lavoratrice e del paese, la cooperativa è dal punto di vista socialista da condannare, -anche se nel suo interno sia socialisticamente ordinata. Ciò posto, facile mi è rispondere anche all'Avanti! dell'll giugno, che mi invita a non confondere il Nord con la Basilicata e la Calabria, e a non inventare anche pel Nord "con fervida fantasia, le piccole oligarchie padro– ne del collegio a suffragio ristretto." Se il Salvemini, che è uno storico - scrive l'Avanti! - si compiacerà di usare il metodo· che gli è familiare, cioè di assodare i fatti prima di narrarli, troverà che dei 14 o 15 mila elettori maschi e maggiorenni che si potrebbero avere in ogni collegio col suffragio universale, ben 1O o 12 mila son già nelle liste elettorali di quei collegi • 5 Massimo ·Samoggia, deputato di Montecchio Emilia, che aveva partecipato ad un banchetto in onore di Luigi Facta, ministro delle Finanze nel gabinetto Luzzatti, e nel 1909 sottosegretario agl'Interni con Giolitti. [N.d.C.] 364 BibliotecaGino Bianco

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