Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione men'dionale non caldeggerebbero mai le stesse domande se venissero presentate da ap– paltatori, le sostengono in perfetta tranquillità di coscienza per conto delle cooperative, immaginandosi di compiere opera utile, non a singoli gruppi, ma al "proletariato." E basta che un ministro, meno ciecamente reazionario dei soliti, si avveda che non è cattiva politica contentare gruppi isolati con provvedimenti frammentari d'interesse locale o di categoria, staccando que– sti gruppi dall'insieme della classe lavoratrice, perché nei detti gruppi e nei loro rappresentanti politici si determini uno stato d'animo, non facile a definire, che non si può dire egoistico nelle intenzioni, ma è egoistico per gli effetti pratici che produce: un senso di simpatia per il Governo "de– mocratico," il quale - poveraccio! - ha preso questo e quel provvedimen– to in favore del "proletariato," anche se la politica generale del Governo medesimo è pessima; una indifferenza, inconsapevole ma plumbea, per tutti i mali che affliggono il resto della classe lavoratrice disorganizzata e priva di voce politica; una disposizione, tanto piu pericolosa quanto piu difficile è rendersene conto esatto, a considerare come meno gravi o meno inguari– bili o frutto di altrui poltroneria o incapacità le ingiustizie e le miserie di cui sono vittime gli altri. Ne nasce che questi gruppi operai e quei rappresentanti politici, che sono a contatto con essi e ne condividono la psicologia, pur essendo convinti di essere buoni socialisti, compiono in realtà la peggiore opera antisocialista. Perché nel campo economico attirano artificialmente verso determinati grup– pi della classe lavoratrice un insieme di favori, che sono pagati dalla classe intera: e cosf i piu forti diventano piu forti e i piu deboli diventano piu deboli, e cresce il dislivello fra gli uni e gli altri. E nel campo politico i gruppi piu fortunati e privilegiati e i loro rappresentanti si avvezzano a poco a poco a considerare che tutto quanto non è vantaggio immediato della organizzazione locale è un insieme di chiacchiere inutili; hanno a noia gli "idealismi da professori" e le grand_i iniziative d'interesse generale;. tro– vano che le grandi riforme, a cui occorrono vigorosi slanci d'insieme, sono troppo difficili a conquistare, e che ad esse non si deve sacrificare il bene prossimo "l'uovo per la gallina"; regolano la propria condotta di fronte ai ministri e ai ministeri non secondo una veduta sintetica di tutti i bisogni di tutta la classe lavoratrice, ma a seco1~dadell'azione locale degli organi amministrativi e politici. Insorgerebbero con violenza, se il Governo scio– gliesse una cooperativa di casa loro; ma non se la prendono molto calda se tutti i capi delle organizzazioni contadine del Trapanese sono processati per associazione di malfattori. (Trapani è cosf lontana, e suo deputato è Nasi!) 3 Si è formato cosf gradatamente e inconsapevolmente uno stato di cose, per cui alcuni determinati gruppi di operai vanno diventando in perfetta buona fede dei veri e propri "succhioni del proletariato"; e funzionano 3 Nunzio Nasi. Cfr. nota 6 a p. 304. [N.d.C.] 360 BibliotecaGino Bianco

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