Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale forse per altri ambienti, gli intransigenti le traducono in suggerimenti con– creti per se stessi, applicandole all'ambiente proprio. È come se si sentissero dire: alleatevi nel vostro comune con una delle due camorre, che si dispu– tano il potere, imbrancatevi nella maggioranza consiliare, entrate nella giun– ta municipale a firmare mandati falsi e a far l'occhio di triglia all'arciprete e al delegato di pubblica sicurezza. Vade retro Satana! Viva la rivoluzione! Però, in fondo, sono riformisti belli e buoni. ·Fanno la questione morale nei Municipi" esecrano i succhioni; parlano di tassa di famiglia e di dazio consumo. E cosI dimenticano che secondo la dottrina rivoluzionaria comme il f aut, queste riformette "non intaccano il meccanismo della produzione ca– pitalistica." Subito dopo il Congresso di Bologna, in una corrispondenza al- 1' Avanti! da Firenze, - città posta all'avanguardia della intransigenza etru– sca, - si annunziava che il gruppo consiliare socialista intransigente puro– sangue di Firenze avrebbe studiato un nuovo sistema per lastricar le strade: piu riformisti di COSInon si potrebb'essere, salvo che non si tratti di esco– gitare dei lastricati smontabili per facilitare la costruzione delle barricate nel giorno della rivoluzione. Questa intransigenza assoluta arriva fino alle ultime conseguenze logi– che: i socialisti intransigenti, come non accettano il ministerialismo dei ri– formisti per ottenere le riforme sociali, cosI respingono gli amori adulteri di tanti rivoluzionari coi liberisti e coi repubblicani per ottenere le riforme politiche. Dai riformisti intransigenti ai "riformisti presuntuosi" è breve il passo. Il partito socialista, per un insieme di circostanze fortunate dipendenti piu dalla insipienza dei partiti avversari e affini che dai meriti reali suoi, ha riportato in questo breve primo decennio della sua vita una serie di trionfi strepitosi, i quali hanno montata la testa a moltissimi. Vi è nelle nostre file una grande quantità di persone, le quaii sono ormai convinte che essere socialisti vuol dire essere le unicp.e persone intelligenti e oneste al mondo, le sole persone indispensabili alla felicità del genere umano, le sole persone capaci di concludere qualcosa di buono. Contro la tattica delle riforme in sé, essi non hanno nessuna pregiudizievole rivoluzionaria. Ma sono convinti che è vano desiderare tanto le riforme quanto la rivoluzione, se non si porta sulla chierica il crisma del socialismo: perché solo chi è socialista ha il se– greto di saper fare le riforme, anzi di saperle volere, anzi di saperle pen– sare. Sono i cappuccini e i sagrestani del socialismo. Fanno consistere la loro attività nel combattere aspramente, non i conservatori, che per defi– nizione non s'impicciano di riforme, ma i democratici, i quali, dichiarando di voler le riforme; appaiono ad essi come sacrileghi violatori del monopolio sacrosanto e intangibile del socialismo. E, appena vedono manifestarsi in– torno a sé un qualunque tentativo di organizzazione e di azione democra– tica sotto una bandiera diversa dalla loro, subito vi si precipitano addosso con ferocia per schiacciarlo. Vi sono ebdomadari socialisti la cui opera con– siste tutta dalla prima all'ultima riga nel combattere i democratici e i repub- 310 BibliotecaGino Bianco

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