Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Riforme sociali e riforme politiche dell'attimo fuggente. Era l'ultimo anello di quella lunga serie di erron, commessi dopo il Congresso d'Imola dalla parte riformista: la quale in– vece d'impegnare l'azione del partito intorno a un insieme di riforme concrete universalmente e immediatamente sentite, ha sciupato il suo tem– po a discutere coi rivoluzionari la teoria se le riforme sono o non sono una bella cosa, e a propugnare riforme che la immensa maggioranza del partito non sentiva. Il Congresso d'Imola aveva detto che il riformismo è una gran bella cosa: perché era venuto dopo i grandi scioperi vittoriosi del 1901 e 1902, cioè dopo un esperimento concreto di riformismo economico. Siccome, poi, durante gli scioperi, il ministerialismo dei deputati socialisti aveva tenuto il Governo in un contegno di neutralità relativamente benevola, utilissima al proletariato, il Congresso aveva autorizzato il ministerialismo, mentre acclamava il riformismo. Ma, subito dopo il Congresso, avveniva l'eccidio di Candela: anche prima del Congresso c'era stato l'eccidio di Berra; ma il tenente Debe– nedetti non era stato decorato, il brigadiere Centanni fu decorato. 3 Era questo un fatto nuovo, che da sé solo avrebbe dovuto por fine immediata al ministerialismo. Inoltre, ben presto gli scioperi trovarono una barriera insormontabile nelie condizioni della nostra struttura economica: questa nel 1901 e 1902 aveva dato al proletariato tutto quanto per allora poteva dare; ma in séguito parecchie posizioni occupate nel fervore del primo assalto andarono perdute. Il vantaggio della libertà di sciopero non si sen– tiva piu, dal momento che non. si scioperava piu, o scioperando si era sconfitti; si era dimenticato il tempo in cui lo sciopero era ovunque vie– tato e punito: si trovavano ormai odiose e insopportabili le repressioni alla spicciolata, che si manifestavano sempre qua e là, e che nel periodo anteriore al Congresso d'Imola erano passate inosservate o tollerate nel cla– more della battaglia vittoriosa. Mentre per queste ragioni il ministerialismo perdeva ogni base, Tu~ rati e Bissolati non sentirono la nuova situazione, e rimasero legati alla formula d'Imola, che fotografava uno stato d'animo già oltrepassato. D'altra parte il riformismo, com'era stato fino allora concepito e ap• plicato dalle masse, cioè come conquista di piu alti salari, avendo perduta la facile applicabilità del periodo precedente, non poteva piu assorbire tutta l'attività del partito: bisognava trovargli un nuovo contenuto. Tu– rati e Bissolati pensarono di trovarlo nella legislazione sociale, traspor– tando nel Parlamento quella battaglia economica, che si era fino allora combattuta nel paese. 3 L'8 settembre 1902 a Candela (Foggia), in un conflitto tra contadini in sciopero e forza pubblica, erano rimasti uccisi 8 scioperanti e 20 feriti. Il brigadiere Centanni che aveva diretto l'azione era stato decorato. In circostanze analoghe era avvenuto il 27 giugno 1901 l'eccidio di Berra Ferrarese, dove un reparto dell'esercito, comandato dal tenente Debenedetti, aveva fatto fuoco su un corteo di scioperanti, causando, secondo Bissolati, 4 morti e 50 feriti, secondo il go– verno .3 morti e .30 feriti. [N.d.C.] 301 BibliotecaGino Bianco

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