Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

L'intrigo doganale e la questione del Mezzogiorno di alzar la muraglia della Cina anche intorno all'olio. Ma io osservo che, in questi ultimi venti anni, in alcuni luoghi piu attivi e piu progrediti della terra di Bari, la produttività degli ulivi, in grazia dei concimi pri– ma sconosciuti, è molto aumentata, e per questa via i coltivatori han potuto far fronte alla decadenza dei prezzi, né il miglioramento può aver raggiunto l'estremo limite; e nelle viti, sebbene la loro coltura rappre– senti un immenso progresso di fronte al latifondo, siamo ancora ben lungi dall'aver raggiunta la massima perfezione tecnica: i concimi, per esem– pio, sono .poco o nulla us?ti. La lotta, dunque, non mi preoccupa, anzi la invoco, perché - e in questo sono davvero ottimista incorreggibile - ho una fede incrollabile nelle forze latenti del mio paese. Ma finché la lotta è resa impossibile, finché ogni attività economica è brutalmente soffocata, è vano parlar di questione meridionale e aggiungere al danno le beffe. Molto grave, né del tutto infondato, è l'altro tuo dubbio che, per quanta buona volontà i nostri negoziatori adoprino, non riescano a vin– cere il protezionismo agrario degli altri paesi. È infatti questo l'argomento su cui si basano i sostenitori dell'attuale regime per affermare la necessità di continuare, anzi di intensificare il protezionismo industriale e granario; e nulla essi piu desidererebbero che avere nelle prossime trattative nego– ziatori convinti della impossibilità di un accordo, i quali vadano, non a procurar la pace, ma a dichiarar la guerra. Ma tu, caro Bonomi, che non sei né latifondista, né azionista delle Acciaierie di Terni, sai meglio di me che negli altri paesi del mondo, come in Italia, non esistono i soli agrari: la struttura sociale è immensamente differenziata ed elastica, gli interessi sono numerosissimi e contraddittod, e la negoziazione di un trattato di commercio è una faccenda complicatissima di concessioni, di transazioni, di compensi, di fronte alla quale le manovre della diploma– zia politica sono un gioco da ragazzi. E nelle trattative intervengono a determinare l'opera dei negoziatori non i soli interessi economici delle singole classi produttrici o parassite, ma anche gl'interessi politici - benintesi o malintesi - di tutto il complesso nazionale. Puoi tu negare, per esempio, che, dopo le recenti elezioni, gli agrari tedeschi si trovino in condizioni molto piu difficili di quanto non si tro– vassero prima? Chi può dire a colpo sicuro quali criteri prevarranno nei prossimi , trattati in quel viluppo intricatissimo d'interessi economici e politici che è l'Impero Austro-Ungarico? E fra gli stessi uomini di stato austriaci, anche dopo che saranno state determimtte le linee generali delle nuove tariffe, chi potrà dire in quanti casi speciali una co.flcessione da noi fatta per una merce dovrà esser compensata con concessioni anche maggiori fatte da essi per altre e viceversa, quante volte i negoziatori nostri, giocando di abilità fra gli interessi che assedieranno i negoziatori loro, potranno riescire ad ottenere patti a prima vista impossibili, e vice– versa? Le stesse tariffe massime e minime, che i Governi fanno appro– vare ai Parlamenti prima di iniziare le trattative, gli stessi referendum 21 I 297 BibliotecaGino Bianco

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