Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale e i ·partitipolitici1 ' Dalla maniera, con cui si risolveranno nei prossimi mesi la questione doganale e la questione ferroviaria, dipende in buona parte l'avvenire eco– nomico e politico dell'Italia meridionale. L'Italia meridionale deve oggi comprare dall'Italia del Nord i prodotti manifatturieri ai prezzi, che gli industriali si son compiaciuti di stabilire in base alle tariffe del 1887; viceversa, non può vendere al Nord le sue derrate agricole, perché le tariffe ferroviarie rendono impossibile la circo– lazione delle merci di gran volume e di basso prezzo quali sono appunto i prodotti dell'agricoltura meridionale. Cos1 noi assistiamo allo spettacolo che i limoni si pagano cinque a soldo a Messina e due soldi l'uno a Fi– renze, e un litro di vino costa venti centesimi a Barletta è cinquanta a Lodi. E meno male che in Lombardia sono scarsi i vigneti, e che i pro– prietari lombardi non sono minacciati, come i piemontesi, dalla concor– renza dei vini meridionali: se questo fosse, noi vedremmo anche in Lom– bardia le amministrazioni comunali, dominate dai proprietari, istituire dazi differenziali a danno dei vini a forte gradazione alcoolica (meridionali) in modo da rialzarne artificialmente i prezzi piu che non sieno rialzati dalle tariffe ferroviarie, e restringerne il consumo, a tutto vantaggio dei vini lo– cali: questo, per esempio, è il regime daziario impiantato dai nobiluomini' proprietari di vigneti in quella città di Torino, donde, come tutti sanno, partf il movimento per la unità d'Italia. Potessimo almeno le nostre merci venderle fuori dell'Italia 1,1nitaper pagare coi capitali cosf realizzati le manifatture del Nord! Ma le nazioni straniere, non potendo per le tariffe del 1887 venderci i loro prodotti indu– striali - ché il monopolio di questi se lo sono attribuito gl'industriali del Nord - non vogliono saperne naturalmente dei nostri vini, dei nostri or– taggi, della nostra frutta, dei nostri agrumi. E ai coltivatori meridionali non resta che dibattersi in una ferrea rete di difficoltà sempre crescenti. Gli effetti di questa disperata condizione di cose si manifestano giorno per giorno in · tutti quegli avvenimenti piu o men9 sanguinosi, che for– mano la storia del Mezzogiorno italiano dalla insurrezione siciliana del 1894 alle recenti agitazioni della provincia di Lecce. Fino a quando resteranno immutate queste condizioni, è inutile di darsi l'aria di volere risolvere la questione meridionale e chiacchierare di credito agrario, di lavori pubblici, di riforme tributarie, di nuovi patti co- 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 183-196; e nell'antologia di "Critica Sociale" cit., pp. 192-202. [N.d_.C.] 284 BibliotecaGino Bianco

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