Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale L'idea del credito agrario è stata già lanciata dall'onorevole Ferraris 9 e dall'onorevole Sonnino. Solamente essi, da buoni conservatori, vorrebbe– ro estenderlo a tutti i proprietari meridionali; e si capisce che i latifondisti tirerebbero a sé la massima parte dei vantaggi, non per migliorare le col– ture,10 ma per convertire i debiti attuali, allontanare il fallimento e aver piu quattrini da spendere con le cocottes: del resto, quand'anche riescis– sero a intensificare le loro produzioni in grazia del credito agrario, dove venderebbero i nuovi prodotti, se i sistemi doganali presenti sono dai me– desimi onorevoli Sonnino e Ferraris dichiarati intangibili? Noi, invece, vorremmo che il credito agrario fosse ristretto ai soli piccoli coltivatori, e invochiamo la riduzione della rendita - anche questo è un problema sto– rico? - affinché i capitali si rivolgano alla terra e accanto al credito di Stato si sviluppi il credito privato; ma affermiamo che ogni riforma di que– sto genere sarebbe inutile, se non si cominciasse dal modificare 1 sistemi doganali. L'idea degli sgravi fondiari è dell'onorevole Sonnino. Ma n01 vor– remmo escludere dagli sgravi i latifondisti produttori di grano, ed esen– tare da ogni imposta le terre, messe novellamente a coltura, e ridurre le imposte su tutte le piccole proprietà già esistenti, le quali, essendo piccole proprietà, sono anche soggette alla piccola coltura intensiva. A questi sgravi poi, vorremmo aggiunta la riduzione delle tasse di registro e di bollo sulle contrattazioni fondiarie del Mezzodf per facilitare il trapasso della proprie– tà dai latifondisti ai còltivatori: chi ha dovuto vendere o Gompiere un affare qualunque su un pezzo di terra, e conosce quale spaventevole peso rappresenti la tassa di registro e bollo, riconoscerà con noi che questa sarebbe forse la prima riforma da fare per dare un poco di sollievo alla oppressione fiscale del MezzodL Il programma degli onorevoli Ferraris e Sonnino, lasciando intatto il dazio sul grano, rispettando gli interessi protezionisti di alcune industrie del Nord e sacrificando i piccoli coltivatori del Sud, consentendo ai grandi proprietari meridionali di convertire i debiti a un tasso minore, e rega– lando ad essi, oltre al dazio sul grano, anche la metà dell'imposta fondia– ria, vien a consolidare l'attuale arretrata struttura economica e sociale del MezzodL Noi, vuotando le leggi tecnicamente buone degli onorevoli Ferraris e 9 Maggiorino Ferraris, deputato per piu legislature di Alessandria ed Acqui, dal 1913 sena– tore. Fu attivo in molte commissioni parlamentari, tra cui quella per la revisione delle tariffe doganali. Dal 1896, proprietario e direttore della "Nuova Antologia." [N.d.C.] 10 La grande proprietà meridionale deve essere necessariamente oziosa, perché la trasforma• zione delle colture, per un proprietario di 5000 ettari di terreno, richiederebbe milioni di capitali, che egli non ha né può avere con nessun credito agrario, mentre i suoi 5000 ettari, anche colti– vati alla barbara maniera, 50.000 lire di rendita le dànno sempre. Un coltivatore, invece i 5 et– tari deve coltivarli intensivamente con colture piu produttive (che nel Mezzodi non possono essere che colture asciutte: oli, vini, ecc.), se non vuole morir di fame con una rendita di 50 lire; e può trasformare le colture con pochi capitali, perché la terra la lavora lui con le sue braccia, e il lavoro ostinato e interessato del povero produce miracoli. Tutta la questione consiste nel sapere se alla raccolta il coltivatore venderà i suoi prodotti. Ed ecco l'importanza dei trattati commerciali. 282 BibliotecaGino Bianco

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