Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale paesi ogni amministrazione dà i lavori agli appaltatori amici, dividendo spesso i lavori in lotti di 500 lire l'uno; e cos1non solo lavorano i soli amici, ma anche perde il Municipio. Tutto ciò come si frena? Qui vi è una coo– perativa muratori, alla quale debbono essere dati a trattative private tutti i lavori non superiori a 500 lire. Quando i lavori oltrepasseranno tale somma, o saranno divisi in piccoli lotti, ed allora il Municipio dovrà darli alla cooperativa e ci guadagneranno i lavoratori, o saranno fatti per conto del Municipio, o saran dati in appalto. Né il lavoro si deve dare in appalto ad una sola persona quando si tratta di opere, a cui è necessario il con– corso di parecchi mestieri; ma l'appalto dev'essere diviso in tanti lotti, quan– ti sono i mestieri; cos1 il guadagno, invece di accentrarsi in poche mani, sarà distribuito in un numero maggiore di lavoratori. Altra quistione gravissima pel nostro paese è quella della beneficenza. Se consideriamo la beneficenza pubblica in Molfetta, il cuore piange. L' o– spedale è mal ridotto, e funziona discretamente solo per l'abnegazione dei medici; lo statuto di quest'Opera pia andrebbe svecchiato e riformato da cima a fondo, e il Municipio dovrebbe avervi. una maggiore ingerenza. L'asilo di mendicità è in condizioni lagrimevoli. Le altre istituzioni di beneficenza sono libri chiusi a sette ~uggelli; in esse tutto è segreto; i quat– trini dei poveri non si sa dove vadano a finire. Ma in modo speciale il servizio dei medici condotti procede in un modo obbrobrioso per il nostro paese. Si danno da 1800 a 2200 lire l'anno per ciascuno a 15 professori, che istruiscono 3 figli dei ricchi, e si pagano 1200 lire per ciascuno a tre medici, che devono curare 10.000 poveri! Ma i poveri son buoni solo nei giorni delle elezioni: si ubriacano, si chiudono in trappeti e si conducono come bestie a votare. Come può vivere un medico con 100 lire _almese, anche se ha voglia di fare il proprio dovere? 'Avendo bisogno di vivere, egli lascia il povero e va a curare il ricco, che lo paga. Ma il peggio è che pochissimi pensano a fare il loro dovere. Quando si nomina il medico condotto, da noi si bada solo a dar 100 lire al mese ad un seguace del proprio partito; e questo non si crede obbligato a curare sul serio i poveri; pensa solo a mangiarsi il suo stipendio; e, se un povero va a chiamarlo, lo manda giu per le scale. Oppure la condotta medica serve ai medici novel– lini, per fare la pratica sulla carne martirizzata dei poveri. Ebbene questa infamia sanguinosa deve assolutamente finire. Ecco perché nel nostro pro– gramma noi abbiam messo l'istituzione di due medici condotti, pagati a 3000 lire l'anno e con l'obbligo di servire solo i poveri; la prima nomina sarebbe fatta per tre anni, e la seguente a vita (secondo la legge) per sot– trarli alle influenze dei partiti. A garanzia che il medico condotto faccia il suo dovere vi sarà il capitolato fra esso ed il Municipio; in questo modo praticano tutti i Comuni piu progrediti di noi, e se ne trovano contentis– simi. Tutto ciò nella Sferza è stato chiamato sentimentalismo. Si capisce! i ricchi e i preti non sentono i pianti del povero! Nel nostro bilancio sono segnate 4000 lire per l'appalto delle medi- 262 BibliotecaGino Bianco

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