Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

L'autonomia comunale e il Congresso di Parma Si deve certamente a queste ragioni, piu o meno confusamente intuite dalle masse dei partiti popolari, la grande fortuna, che ebbe, appena lan– ciata anche in maniera incompleta e difettosa, l'idea di un'agitazione per la conquista dell'autonomia comunale. A cominciare dagli ultimi mesi del 1898, tutte le lotte amministrative, per merito specialmente dell'Avanti! che dette l'indirizzo all'agitazione, furono combattute dai partiti popolari non solo sulla piattaforma della protesta contro la reazione pellousiana, ma anche con lo spiccato carattere di rivendicazione delle autonomie comunali. Le strepitose vittorie amministrative, che posero a un tratto in mano dei partiti popolari circa trecento Comuni con non meno di tremila coh– siglieri, furono naturalmente seguite da un'agitazione anche piu intensa per la conquista dell'autonomia. Nell'agosto del 1899, i socialisti mantovani convocavano per l'ottobre successivo un congresso provinciale dei consiglieri comunali socialisti; e l'Avanti! (n. 959), lodando caldamente l'iniziativa, ag– gmngeva: Ma quest'atto, per riuscire veramente utile, deve essere imitato da tutte le altre regioni italiane; e non solo i socialisti, ma anche i consiglieri repubblicani e demo- . cratici dovrebbero tenere i loro congressi provinciali; e tutti i singoli congressi dovreb– bero servire di preparazione a un congresso nazionale. I consiglieri comunali demo– cratici, repubblicani e socialisti nell'amministrare l'azienda municipale debbono com– battere con due difficoltà assolutamente insormontabili: la mancanza di autonomia co– munale e la disastrosa condizione economica di tutti i Comuni italiani. Un Consiglio comunale democratico no.ri può iniziare alcuna riforma, perché c'è sempre H pronto il prefetto ad annullare le deliberazioni o con la legge alla mano o senza la legge. L'attuale Stato italiano, mastodonticamente accentrato, òivoratore spensierato ed ingordo della ricchezza nazionale, non ha fatto in questi cinquant'anni che escogitare ogni giorno nuovi mezzi di tassazione per riempire le casse sempre vuote del Governo cen– trale; e per questo non ha lasciato nessun margine alle imposizioni tributarie dei Comuni; e intanto la civiltà ha aumentato i bisogni della popolazione. Aumento, quindi, di spese e impossibilità di allargare gli introiti, perché ormai tutto il campo tributario è stato invaso dal Governo centrale. Da una cosi disastrosa condizione di cose i partiti popolari debbono uscire in tutti i modi, se non vogliono andar verso la loro rovina. Autonomia comunale e diminuzione immediata del carico tributario: ecco la piattaforma, su cui i Comuni, tutti d'accordo e capitanati dai maggiori, dovrebbero muovere battaglia al Governo. E il congresso nazionale dei consiglieri democratici do– vrebbe appunto discutere i mezzi migliori per iniziare e spingere innanzi il movimento. Il giorno in cui i nostri Comuni si federeranno fra loro e lanceranno audacemente al Governo il grido di guerra, in quel giorno la pesante organizzazione reazionaria sentirà una scossa, che avrà effetti pari a quelli di una rivoluzione politica vittoriosa. Il congresso dei consiglieri socialisti del Mantovano si tenne il I ot– tobre 1899. Carlo Vezzani, con la sua solita lucidità e praticità di criterio, propose che fosse costituita una Lega Lombarda di resistenza tra Comuni per conseguire le maggiori autonomie municipali. Il congresso p~efed aspet– tare "un futuro congresso, a cui interverranno gli altri partiti popolari per accordarsi intorno ad una agitazione larga e tenace contro l'oppressione fiscale e politica dello Stato"; e intanto, "ritenendo che la causa delle tristi condizioni finanziarie dei Comuni sia da ricercarsi nell'eccessivo fiscalismo 227 BibliotecaGino Bianco

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