Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione di Napoli Dato l'accentramento amministrativo che c'è oggi in Italia, non solo nella organizzazione dello Stato e delle Province, ma anche in quella dei Comuni, è impossibile che le persone pr~poste ali'Amministrazione - sieno elettive, sieno in qualunque altro modo nominate - riescano a sorvegliare tutta la spettacolosa corrente di affari affluenti dalla periferia al centro. I depositari del potere centrale - nazionale o provinciale o comunale - hanno quindi bisogno di· farsi aiutare da altre persone, le quali natural– mente non possono prestare gratuitamente la loro opera. Ed ecco la neces– sità degl'impiegati. Questi impiegati non possono essere sorvegliati seriamente dai loro superiori; perché, se questi dovessero rivedere tutti gli atti dçi loro im– piegati prima di firmarli, tanto varrebbe che li trattassero senz'altro da sé. Gl'irp.piegati diventano quindi altrettanti piccoli despoti nei confini della loro giurisdizione. E, mentre i capi dell'Amministrazione cambiano, perché sono soggetti alla elezione o possono essere sempre licenziati da chi li ha nominati a quel posto, gl'impiegati restano, sicuri di se stessi, nascosti dietro al va e vieni dei sindaci, delle giunte provinciali, dei ministri, che firmano i decreti senza sapere quel che si facciano firmando. Ecco dunque la necessità matematica, nei regimi accentrati, della bu– rocrazia, mastodontica, oppressiva, irresponsabile. Ma, anche cosf distribuito il lavoro fra capi delle Amministrazioni e impiegati, gli affari accatastantisi senza posa negli uffici centrali superano sempre la buona volontà della burocrazia... ammesso che la buona volontà ci sia. Perché manca anche questa: l'impiegato, difficilmente sorvegliabile e spronabile, si addormenta nel dolce far niente; fa le viste di grattar della carta quando passa il superiore, e subito dopo si mette a fumare il sigaro o a leggere il giornale o a ciarlare col compagno; tanto, della "pratica" non gl'importa nulla e lo stipendio corre lo stesso. ' Ed ecco la necessità, per chi abbia la sventura di trovarsi in relazione d'affari con l'Amministrazione, di spronare l'impiegato indifferente, ser– vendosi o di un amico dell'impiegato o del superiore dell'impiegato. E per arrivare al superiore, che ha tanto e mai tanto da fare, bisogna ricorrere a un suo amico, o a un amico dell'amico, o a una persona influente. Nei regimi accentrati l'intermediario è necessario non solo per ottenere la semplice giustizia. Ora, qual intermediario piu sicuro di quello che ha nelle mani il destino dei capi dell'Amministrazione? Per ottenere giustizia da un sindaco o da un assessore, nessuno è piu indica~o del consigliere comunale; per ot– tenere giustizia dal ministro, chi piu potente del deputato dal cui voto la_ carriera politica del ministro dipende? Se non ci fosse il regime rappre– sentativo negli Stati o nelle Province o nei Comuni accentra~i, le persone desiderose di sbrigare gli affari si rivolgerebbero all'amante del ministro, iill? f;i.v9ri~ del re 1 al souteneur della favorita del re, allo sguattero del 209 BibliotecaGino Bianco

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