Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Ancora per la riforma del Programma minimo piu o meno sviluppata nel momento dell'azione, dipende spesso la vittoria o la sconfitta. x 2 trova che io mi sono sperduto troppo in accenni a riforme particolari, laddove sarebbe stato piu necessario lanciare delle affermazioni generali, lasciando poi in facoltà di ciascuno di ricavare deduttivamente le riforme speciali. Mentre in tutto il resto, come i lettori hanno veduto, mi sono tro– vato d'accordo con x2, su questo punto mi rincresce di non poter accettare neanche la minima parte dell'idea del mio egregio contraddittore. E questo per la ragione semplicissima che le idee generali nel mio programma non mancano, anzi ce n'è - come dirò in seguito - anche troppe. Nelle riforme finanziarie vi sono due idee generali: economie, ridu– zione d'imposte. Non sono idee generali queste? Il Programma minimo del 1895 aveva al n. 3 la sostituzione della nazione armata all'esercito permanente; al n. 7 la riforma tributaria, cioè: tassa unica e progressiva sui redditi e sulle successioni; redditi minimi esenti da ogni imposta; abolizione del dazio consumo e di qualunque altra imposta indiretta; al n. 8 la riduzione degli interessi del debito pubblico. La relazione presentata al Congresso di Bologna proponeva che al n. 7 si dicesse: "Riforme tributarie, cioè: tassa unica e progressiva sui redditi e sulle successioni; redditi minimi esenti da ogni imposta; tassazione forte– mente progressiva degli arricchimenti dovuti allo sviluppo della società e indipendenti dalla industria del proprietario; abolizione dei dazi di fron– tiera sul grano e sugli altri generi di consumo popolare e della privativa del sale e del lotto; abolizione del dazio consumo e di qualunque altra im– posta indiretta." Troppe idee affastellate insieme, molte discutibili, tutte indeterminate, sfumanti, non inchiodate nel cervello da alcuna cifra concreta. Io ho messo da parte la tassa progressiva, per le ragioni di opportunità spiegate nel– l'articolo che ha dato luogo alle critiche di x 2 ; e ho raccolto le altre riforme sotto le due idee generali: economie e riduzioni d'imposte, materializzando ciascuna riforma con una cifra. In un programma, che deve andare per le mani di tutti e deve servire alla propaganda, questo lavoro di materializ– zazione mi pare indispensabile per ragioni psicologiche e pratiche, sulle quali non credo d'insistere dopo quello che ho detto nell'articolo passato. Ma perché precisamente quelle cifre e non altre? dice x 2 • Non ci sono forse altri cespiti di spesa, su cui far cadere le economie? non vi sono altre imposte degne di esser ridotte?. e la misura delle riduzioni perché è quella e non altra? - A queste domande si può rispondere anzi tutto che enu– merare tutte le economie sostenibili dal nostro bilancio è piu facile a dire che a fare; e del resto, in un programma destinato all'agitazione e alla propaganda, non è proprio necessario scendere alle minime minuzie. Quanto alle riduzioni delle imposte, è vero che sono andato un po' a caso. Ben conoscendo che diversità di imposta dice spesa di produzione diversa, squi– librio di concorrenza, protezionismo a favore degli uni e in danno degli 197 BibliotecaGino Bianco

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