Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Ancora per la riforma del Programma minimo civile e dell'esercito stanziale, la Costituente, l'epurazione della magistratu– ra, sono incompatibili con l'attuale ordine di cose e quindi non pratiche. Se non che anche su questo punto si può rispondere a x 2 che, se vuol for– mare il programma minimo con riforme immediate, che sieno compatibili con l'attuale ordine di cose, può rinunziare senz'altro a un Programma minimo, perché l'impresa è quasi impossibile. Non solamente la Costituente e la riduzione o abolizione, se piu gli piace, della lista civile sono incom– patibili col famoso ordine, ma anche tutte le riforme da me proposte. - Ridurre le tasse? E in che modo mantener l'esercito? - Venir via dall'A– frica? Il ministro, che proponesse questo, sarebbe subito licenziato con una crisi extraparlamentare. - Autonomie comunali e regionali? L'oligarchia, che ci governa, non si lascerà mai spezzare con le buone le catene che le tengono asservita la vita locale. - Anche a non parlare di abolizione del– l'esercito stanziale e a chiedere solo la riduzione di corpi d'esercito, si va ad urtare contro· l'attuale ordine di cose; e tutti sanno che nei Consigli dei ministri, ogni volta si è tentato discutere quest'argomento, vi è stato sempre qualcuno che non ha permesso di proseguire: vi sono degl'impegni perso– nali ·coi nostri alleati e gli alleati - si sa - fanno parte dell'attuale ordine di cose. o· allora? - Allora bisogna distinguere fra praticità e praticità. Vi è una praticità che nasce dalla mancanza di resistenze; allora la riforma è adottata tranquillamente e non si deve far altro che proporla per vederla applaudita da tutti: una praticità di questo genere - quale sembra sia desiderata da x 2 - si trova solo nell'Arcadia o nell'Utopia di Tommaso Moro buon'anima. Vi è un'altra praticità, che consiste nel non esservi alcu• na contraddizione fra le riforme proposte e la presente struttura sociale. Ora, nel comporre il nostro programma immediato noi dobbiamo preoc– cuparci solamente della seconda specie di praticità; la prima praticità deve influire, non per farci abbandonare alcuna delle riforme da noi ritenute utili, ma per spingerci a rimuovere le resistenze che s~ oppongono alla nostra azione. Per esempio, è evidente che l'abolizione del dazio sul grano non pre– senta alcuna difficoltà di indole tecnica, economica, sociale: può essere votata dalla Camera in mezz'ora, comunicata telegraficamente alle frontie– re in un'ora, applicata in un batter d'occhio; l'ordinamento sociale non ne risentirebbe alcuna grave scossa, anzi ci guadagnerebbe in stabilità. Ecco dun– que una riforma pratica nel secondo senso e degna di far parte del nostro programma immediato. Ma questo non vuol 9ire che sia pratica nel primo senso, cioè possa essere applicata senza resistenze; tutt'altro: gli agrari si lascerebbero piuttosto ammazzare, i militaristi vedrebbero avvicinarsi una diminuzione delle spese militari corrispondente alla diminuzione delle entrate doganali, nessun Ministero vorrà alienarsi i circa duecento deputati che formano il gruppo agrario. Il partito dovrà per questo rinunziare alla 195 BibliotecaGino Bianco

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