Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale nione pubblica in Italia e in Europa è completamente favorevole ai con– dannati e avversa a... quegli altri; capisce che o prima o poi dovrà capito– lare; ma vuol capitolare con l'onore delle armi. Ebbene noi intendiamo che la capitolazione avvenga appunto senza questo onore. Lo scopo nostro non -è solo di restituire i condannati alla luce del sole; noi vogliamo che i condannati escano dalla galera a bandiere spie– gate; vogliamo che l'atto, con cui saranno o aperti o rotti i catenacci dietro a cui gemono i nostri amici, rompa anche la cappa reazionaria che incombe sull'Italia. Se non, no. L'indulto distrugge solo la parte materiale della pena; apre le porte delle prigioni, ma non le richiude per sempre; le lascia aperte e pronte a ingoiare da capo la preda per ora sfuggita; perché con l'indulto nessuna della cause, che determinarono le condanne, viene sconfessata, nessuna promessa di libertà e di giustizia è data per l'avvenire. L'indulto è un dono, che il Ministero vuol avere l'aria di dare; ma è un dono che sotto alle rose della libertà nasconde il serpe sempre vivo e sempre pronto a ferire della reazione; e noi, che respingeremmo qualsiasi dono, anche sincero e leale, respmgiamo con maggior ragione questo, che non è çhe una enorme cor– bellatura. * Il Ministero fa sparger la voce che un altro indulto si avrà a marzo e un altro finale in giugno. Sotto questa promessa, come sotto tutti gli atti degli uomini di governo italiani dal 1860 a questa parte, si annida una truffa. Il Ministero vuole con questa promessa evitare che l'Estrema ·sini– stra obblighi la Camera a una esplicita votazione sull'amnistia. È sempre il solito ragionamento: se vi agitate, non avrete nulla; se state buoni, avrete qualcosa a nostro comodo. La maggioranza reazionaria ha tutto l'interesse a ragionare a questo modo. Essa non vuole dare l'amni– stia; ma innanzi alle imponenti manifestazioni dell'opinione pubblica, non ha il coraggio di assumersi la pesante responsabilità di negarla esplicita– mente. Negare significa mettersi contro lo spirito pubblico, significa rompere i patti fra la maggioranza parlamentare e il paese; significa dare nuovo impulso all'agitazione rinforzantesi in ragione diretta della resistenza in– contrata, offrire una magnifica piattaforma elettorale ai partiti popolari; significa sottoscrivere la propria sentenza di morte in un avvenire non lontano. Perciò la maggioranza reazionaria preferisce non occuparsi della questione. Essa, ipocrita come al solito, trova comodo servirsi della testa di legno del signor Pelloux e lascia che questo sparafucile resti sulla breccia a negare, negare, negare. Siccome il signor Pelloux non è ministro perché invitato dalla fducia della Camera, ma deve la sua nomina a ragioni extra– parlamentari, la maggioranza reazionaria vorrebbe lasciar credere che essa 90 BibliotecaGino Bianco

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