Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Capitolo sesto I neutralisti Essi non furono chiamati improvvisamente a difendere il loro paese invaso dallo straniero, come i francesi ed i belgi. Non si trovarono preci– pitati a un tratto nella guerra, senza avere il tempo di riflettere, come gli inglesi, i tedeschi, i russi ed i popoli dell'Austria-Ungheria. Mentre i giplo- .matici manovravano nel loro empireo gli italiani discutevano. Ebbero nove mesi per esaminare e sviscerare tutti i possibili argomenti pro e contro la neutralità o l'intervento, pro o contro l'intervento a favore degli Imperi centrali e pro o contro l'intervento a favore della Triplice Intesa. Un paese che discute per nove mesi questioni di questo genere è destinato a diven– tare il teatro di aspri conflitti e di divisioni perniciose. Quando la neu– tralità fu dichiarata, la massa del popolo accolse la notizia con un profon– do senso di sollievo. Essa evitava la guerra. Pochissimi fra gli stessi tripli– cisti pio tenaci osarono protestare. Quasi tutti si resero conto dei danni a cui l'intervento avrebbe esposto il paese sul mare. E per giunta gli Im– peri centrali non assicuravano una congrua partecipazione ai profitti di una impresa comune. Neanche gli irredentisti osarono chiedere su due piedi la guerra all'Austria: triplicisti e irredentisti sapevano che l'esercito era sfiancato dalla guerra libi~a e dalla pessima gestione che il Ministero della guerra aveva fatto dei fondi affidatigli. Occorreva dunque guadagnar tempo prima di_prendere qualunque partito. La dichiarazione di neutralità soddisfaceva tutti questi stati d'animo contraddittorii, non urtando nes– suno, e permetteva a tutti di orientarsi con una certa calma in attesa degli eventi. Era un, prender fiato dopo. Ma le tendenze, che ,circolavano sotto quella unanimità apparente, ben presto cominciarono ad affiorare, e gli italiani si divisero fra i gruppi che intendevano mantenere la neutralità e perciò si chiamavano "neutrali– sti," e i gruppi che domandavano l'intervento a fianco dell'Intesa e che si chiamavano "interventisti." . , Un certo numero di conservatori, raggruppati intorno al p1u importante quotidiano italiano, il Corriere della Sera di Milano, si dichia– rarono in favore dell'intervento contro l'Austria e la Germania. Ma la gran- 498 BibliotecaGino Bianco

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