Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte quinta cioè il "ladruncolo," a mobilitare tutte le forze italiane, secondo il trat– tato di alleanza. Per preparare il terreno alla lettera di Guglielmo II, Berch– told si decise, il 1 ° agosto, a telegrafare a Roma che "accettava l'interpreta– zione italiana dell'articolo VII della Triplice Alleanza, a condizione che l'Italia eseguisse pienamente il suo dovere di alleata nel presente conflitto." Siccome, fino a questo momento s'era discusso solamente in astratto se esi– stesse o no per l'Italia un diritto ad ottenere compensi, rimaneva sempre aper– ta la via a qualunque ulteriore disac;cordo sulla estensione dei compensi. Frattanto il governo italiano doveva dare all'articolo III del trattato la inter– pretazione che faceva comodo agli alleati e precipitarsi nella guerra. A Roma lo stesso giorno 1 ° agosto, mentre il telegramma di Berchtold era per istrada, si riun1 il Consiglio dei ministri. I ministri riconobbero che l'Italia non aveva né l'obbligo né l'interesse di partecipare alla guerra; la Triplice era puramente difensiva; la guerra era stata provocata dall'Austria; l'Austria non aveva fatto nessuna previa comunicazione all'Italia; non si poteva pretendere che l'Italia sacrifi– casse il sangue e gli averi del suo popolo, e affrontasse i piu gravi pericoli, data la sua lunga linea di coste, solamente per ottenere un risultato direttamente contrario ai suoi interessi, cioè un mutamento nello statu quo balcanico a vantaggio materiale o morale dell'Austria-Ungheria. Nel pomeriggio del 1° agosto, l'ambasciatore austriaco comunicò la di– chiarazione di Berchtold a San Giuliano. Essa non era certamente tale da mutare la situazione. Berchtold - osservò San Giuliano in una nota del 2 agosto - accettava la interpretazione italiana dell'articolo VII a condizione che l'Italia prendesse parte alla guerra attuale; cioè si comportava come se il trattato della Triplice non esistesse, e come se si discutessero le condizioni di un nuovo trattato. La realtà invece era che il trattato non obbligava l'I– talia all'intervento e obbligava l'Austria ai compensi. Inoltre quella dichia– razione non bastava ad eliminare ogni incertezza: era necessario "un accordo chiaro e preciso sulla natura e sul valore dei compensi eventuali." La crisi attuale sarebbe passata. La Triplice invece doveva durare dodici anni ancora e magari sarebbe stata rinnovata: occorreva un accordo chiaro, affinché nelle questioni balcaniche l'attività diplomatica dell'Austria e dell'Italia potesse svilupparsi "nel piu perfetto accordo e con la piu intera fiducia e cordialità reciproca." Tutto questo non aveva nulla da vedere con la guerra attuale, in cui l'Italia non aveva nessun obbligo di intervenire. Il Consiglio dei ministri aveva deliberato la neutralità; ma questa deliberazione non escludeva la eventualità che l'Italia "prendesse piu tardi decisioni piu conformi ai desi– deri degli alleati." Solamente occorreva che l'Italia assicurasse i suoi inte– ressi nell'equilibrio europeo, nella penisola balcanica e nel mare che la cir– conda. Occorreva che vi fosse proporzione fra i vantaggi che si potevano aspettare dalla guerra e i pericoli e sacrifici. In coerenza con questa nota, nel pomeriggio del 2 agosto, il consiglio dei ministri deliberò· ufficialmente la neutralità. Dopo 32 anni di gestazione la Triplice Alleanza aborti. 476 BibliotecaGino Bianco

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