Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 da parte dell'Austria potesse dimostrare ai triplicisti neutralisti italiani la ineluttabilità della guerra: il Trentino con la frontiera napoleonica del 1811; una rettifica di frontiera verso l'Isonzo, che includesse nell'Italia Gorizia e Gradisca; Trieste città libera; un gruppo di sei isole nell'Adriatico centrale; Vallona. Nei negoziati di Londra, Sonnino presentava il programma integra– le dei nazionalisti interventisti: il Trentino e l'Alto Adige fino al Brennero, la Venezia Giulia fino a Longatico ed a Volosca; la Dalmazia, da Zara al Narenta; l'Albania centrale; il Dodecaneso. Quando siffatto programma - egli pensava - fosse accolto dall'Intesa, tutti i triplicisti, convinti dell'intrat– tabilità austriaca, soddisfatti dei grandi acquisti realizzabili, mediante la guer– ra, avrebbero abbandonato la posizione di neutralità, e fatto massa coi na– zionalisti interventisti, non solam,ente contro i socialisti della neutralità as– soluta, ma anche .contro gli interventisti democratici. Oltrepasserei i limiti del mio soggetto, se esaminassi le conseguenze mi– litari e diplomatiche che questo sistema di idee doveva produrre nella guer– ra e negli assestamenti della pace, -per l'Italia, per i suoi nuovi alleati, per i suòi nemici. A compiere il presente studio, bastano due date: il 26 aprile 1915, fu firmato a Londra il "memorandum," che assicurava l'intervento dell'Italia nella guerra contro gli antichi alleati, a fianco della Tripli– ce Intesa; e il 4 maggio, Sonnino fece denunciare a Vienna il trattato di al– leanza. 6. Le fasi della Triplice Nella Triplice Alleanza del 1882, il governo italiano assume verso il go– verno degli imperi centrali le seguenti obbligazioni: 1) tenere verso di essi un atteggiamento amichevole; non partecipare a nessun accordo internazionale, che possa danneggiarli; scambiarsi con essi le idee e le informazioni sulle questioni d'interesse generale; 2) intervenire a fianco della Germania, nel caso che la Francia ag– gredisca, senza essere provocata, la Germania, o una duplice franco-russa ag– gredisca, senza essere provocata, la Germania e l'Austria; 3) rimanere benevolmente neutrale, nel caso che la Germania o l'Au– stria sieno costrette dalle ragioni della propria sicurezza a muovere guerra al– la Francia o alla Russia. In cambio di questi obblighi, il governo italiano ottiene dagl'imperi cen– trali un impegno identico a quello 1), che viene assunto dall'Italia. E niente altro. . Nelle condizioni internazionali del 1882 - cioè data la "Lega fra i tre imperatori'' di Germania, di Russia, d'Austria, e dato il dissidio tunisino fra l'Italia e la Francia - il governo italiano non è in grado •di fare alcun accordo internazionale che possa danneggiare gli imperi centrali: quindi la prima obbligazione da lui assunta è una formula. senza sostanza, e non 429 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=