Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 si venisse ad un accomodamento con l'Italia: "L'Italia è minacciosa," dice– va verso la fine di febbraio al generale austriaco Stiirgkh; "voi non siete in condizioni da sopportare né militarmente né economicamente la guerra con questa grande Potenza. l diplomatici, con le loro tergiversazioni, gua– stano tutto." Il principe di Billow, arrivato a Roma il 17 dicembre come am– basciatore germanico straordinario, procurava di fare opera di conciliazione. A Vienna l'ambasciatore tedesco Tschirschky lavorava nello stesso senso. In fondo a tutta la discussione c'era il problema dei compensi. E su questo pun– to, Francesco Giuseppe era irremovibile. A mezzo gennaio, Berchtold, che sembrava troppo compiacente verso il governo italiano, abbandonò il gover– no, e gli successe il barone Burian, assai piu intransigente e testardo. Conti– nuò a discutere, perché anche Conrad vedeva nelle discussioni "il punto es– senziale, cioè il guadagno di tempo." Come espediente per guadagnar tempo, le trattative servirono perfetta– mente: "Le trattative con l'Italia," ha spiegato il generale Stiirgkh nel suo volume lm deutschen Grossen Haupt-Quartier, "ottennero almeno questo: che la decisione dell'Italia fu ritardata, e non cadde piu in un periodo, in cui ai confini sud-orientali noi eravamo su per giu inermi. Si pensi soltanto ad una energica offensiva italiana nel Goriziano, nell'aprile o nella prima metà di maggio." Sul principio di maggio, con la grande sconfitta russa di Gorlice, la situazione militare si rovesciò definitivamente in Oriente a vantaggio degli imperi centrali. Da ora in poi, l'Austria poteva difendersi vigorosamente contro gli assalti italiani. Il 7 maggio, in una riunione a Teschen, fra tede– schi ed austriaci, a cui partecipò Guglielmo II, si decise di affrontare la guerra anche con l'Italia. D'altra parte anche Sonnino voleva guadagnar tempo. L'esercito italia– no non era pronto, occorreva improvvisar tutto, con un'alta gerarchia in– vecchiata nella eertezza della_invincibilità germanica: lenta di comprendonio e tarda nell'azione. A mezzo febbraio Sonnino sperava che si potesse entrare in guerra verso la metà di aprile. Il 24 marzo dové rinviare il principio delle ostilità alla fine di aprile; a mezzo aprile dové rinviare la data ancora di un mese. Intanto, l'ora piu propizia per assalire l'Austria passava. Le trattative servivano a Sonnino non solamente per guadagnar tempo, ma anche per convincere i triplicisti tenaci nella neutralità, che data la in– transigenza austriaca, la denuncia dell'alleanza e la guerra erano inevitabili. Inoltre, le trattative coi governi centrali mettevano in pensiero i governi della Triplice Intesa e rialzavano ai loro occhi il prezzo di un eventuale intervento italiano al loro fianco. . La lunga schermaglia durò cinque mesi: dal 9 dicembre del '14, al 4 maggio del '15. Inutile seguirla giorno per giorno. Basterà .fissarne 1 mo– menti fondamentali. Il 12 febbraio 1915, Sonnino passò dalle discussioni alle minacce: _Sono trascorsi due mesi e piu - fece dichiarare a Burian - dacché- ponemmo di– nanzi al governo austro-ungarico la questione dell'art. VII, invitandolo ad un'amiche- 427 BibliotecaGino Bianco

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