Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 stava il diritto di disdire l'alleanza non solo verso chi la violava direttamente, ma anche verso chi non interveniva per farla rispettare. L'altra modificazione consistette in un nuovo articolo, nel quale si considerava il caso che lo statu quo venisse meno nell'Africa settentrionale, indipendentemente dalla volontà della Germania e dell'Italia. Per questa eventualità la Germania si impegnò ad accordarsi col governo italiano per. appoggiarlo in qualunque azione anche militare esso potesse intraprendere nell'Africa settentrionale per ristabilire l'equilibrio ed ottenere legittimi com– pensi. Non fu piu la semplice garanzia negativa dello statu quo nord-africano, ottenuta dal governo italiano nel 1887. Fu una promessa, per quanto equi– voca, di appoggio positivo per la eventualità che lo statu quo venisse meno. Anche questa clausola non alterò il carattere fondamentale difensivo del sistema. L'appoggio della Germania all'Italia per mantenere lo statu quo nell'Africa settentrionale fu promesso per il solo caso che lo statu quo venisse meno per iniziativa indipendente dalla volontà italiana. E neanche il sistema del 1891 fu un sistema di solidarietà assolute e incondizionate. Le questioni del Mar Rosso, in cui il governo italiano si era intricato con l'impresa di Massaua, non furono coperte in alcun modo neanche ora, dall'alleanza. L'Austria non ebbe nessun obbligo di sostenere l'Italia nella sua politica nord– africana. La Germania fu impegnata a garantire nell'Africa settentrionale solamente lo statu quo territoriale: quindi la Francia avrebbe potuto alterare lo statu quo giuridico -della Tunisia fino a proclamarne l'annessione, senza che il governo italiano avesse il diritto di invocare l'intervento della Germania. La Germania non aveva nessun obbligo di sostenere l'Austria nella questione bll;lgara. L'Italia e l'Austria non avevano nessun obbligo di sostenere la Ger– mania nelle sue imprese coloniali. Su questo carattere, che la Triplice Alleanza sempre conservò, di un accordo circoscritto in vista di ipotesi nettamente determinate, su questo carattere occorre insistere ancora una volta, perché se non è tenuto presente non si comprenderà mai il funzionamento del sistema. All'alleanza, cosf rinnovata, fu ·assegnata la durata di sei anni, cioè dal maggio del 1891 al maggio 1897; ma il trattato sarebbe stato prorogato di altri sei anni, cioè fino al maggio del 1903, se non fosse stato disdetto un anno prima della scadenza, cioè prima del maggio 1896. Accanto all'alleanza tra la Germania, l'Austria e l'Italia, continuò a rimanere in vigore la intesa mediterranea del 1887 fra l'Inghilterra, l'Italia e l'Austria. Anzi le manifestazioni continue di cordialità fra l'Inghilterra e le Potenze della Triplice, fecero ritenere a Pietroburgo e a Parigi che il governo inglese avesse definitivamente aderito alla Triplice Alleanza. Naturalmente, il rinnovamento della Triplice venne accolto in Francia assai male. Tutte le trattative coloniali, commerciali, bancarie coll'Italia an– darono a monte. La tattica tentata da Di Rudinf falH per il momento. Anzi 339 BibliotecaGino Bianco

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