Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Ca-pitoloquinto La Triplice del Crispi I. Francesco Crispi e Bismarck Nel luglio del 1887, diventò, in Italia, presidente del Consiglio e ministro degli esteri, Francesco Crispi. Aveva partecipato durante il Risorgimento alle congiure mazzm1ane e .al movimento rivoluzionario. Era stato, nel 1860, consigliere di Garibaldi nella spedizione dei Mille. Attraverso le dure esperienze di una vita tempe– stosissima, aveva conservato intatto l'entusiasmo patriottico degli anni gio– vanili e l'amore ardente per il proprio paese: lo chiamava "Italia mia." Ma ignorava la misura, in questo, c_omein tutti i suoi sentimenti. Era un agitato nella vita pubblica, come era un disordinato negli affari privati. Si lanciava a testa bassa contro gli ostacoli, invece di girarli con prudenza scettica o temporeggiatrice, come faceva Depretis, o di trattarli con ironia tranquilla da gran signore, come faceva Robilant. Portava nell'azione diplo– matica quegli stessi• squilibri di pensiero, quella stessa intemperanza di linguaggio, che si incontrano ad ogni passo nei suoi discorsi parlamentari, sia di oppositore,· sia di ministro, e che provocavano inutili incidenti e gli moltiplicavano senza bisogno i nemici. Gli mancava - riconosce un suo ammiratore inglese, lo Stillmann - quell'arte del suaviter in modo che con– sente all'avversario di accettare il fortiter in re senza doversi pubblicamente riconoscere provocato ed offeso. Bismarck considerava Crispi come un "uomo poco serio." Ma poteva uti– lizzarne i difetti per la propria politica. E questo era l'importante. A lui con– veniva che i rapporti franco-italiani non ridiventassero mai amichevoli, specialmente dopo che era fallito il suo sogno di pacificare la Francia con la Germania. La impulsività rumorosa di Crispi si prestava ottimamente al gioco bismarckiano. Nel settembre del 1887, Bismarck provò con Crispi il colpo, che non era riuscito due anni prima con Robilant: manifestò il desiderio di incon– trarsi con Crispi per consultarsi con lui intorno alla situazione interna– zionale. Crispi si fece un obbligo di accettare. 332 BibliotecaGino Bianco

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