Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 19I 5 I amicizia austro-italiana. Nell'attitudine del primo ministro, la neutralità as- sumeva l'apparenza di essere insincera, provvisoria, minacciosa. Cairoli non voleva la guerra con l'Austria; ma si conduceva come se volesse la guerra. Cosf combinava gli svantaggi delle due politiche: di quella che voleva la guerra, e di quella che voleva la pace. In tal modo la politica estera italiana, nella primavera del 1878, fu confusa e disordinata. Il paese -. intendendo per paese quella minoranza che si occupa di politica estera e forma in tutti i paesi la cosf detta opinione pubblica - il paese pretendeva che il governo gli desse quel che non poteva ottenere: una rettifica della frontiera austro-italiana. E il governo non sapeva quel che voleva. sz· caecus caecum ducit, ambo in foveam cadunt. C'era, per altro, una possibilità. La possibilità che il governo francese si orientasse verso la Russia, incoraggiando il governo italiano a fare altret– tanto. In questo caso, Russia, Francia, Italia, alleate insieme, avrebbe reso molto difficile la posizione dell'Inghilterra nel Mediterraneo, e quella del- 1' Austria nel continente. Qui intervenne Bismarck. Egli aveva sempre cercato di conciliare le Corti di Pietroburgo e di Vienna. Ora che la sua mediazione f~lliva, egli prese posizione risolutamente a fianco dell'Austria e dell'Inghilterra. Il governo francese, quindi, non poteva allearsi con la Russia e con l'Italia senza affrontare la Germania. Per tenere tranquillo il governo francese, non solo con la minaccia della guerra, ma anche con una partecipazione positiva agli utili della nuova sistemazione territoriale, Bismarck riprese nella primavera del 1878 la tattica di offrire alla Francia la Tunisia. E guadagnò a questo progetto il governo britannico. Nel maggio lord Salisbury, accolto recentemente da Beaconsfield come ministro degli esteri britannico, incaricò l'ambasciatore inglese a Parigi di dichiarare che "l'Inghilterra non avrebbe provato nessuna gelosia o timore se la Francia avesse desiderato di ottenere Tunisi." Il governo francese, fino all'estate del 1878, esitò: "Ils veulent mainte– nant nous foutre l'Italie sur le dos" aveva detto il presidente Mac Mahon. Ma quando, durante il Congresso di Berlino, fu pubblicato il trattato per cui la Turchia cedeva l'isola di Cipro all'Inghilterra, lord Salisbury ritornò ad offrire alla Francia l'occupazione di Tunisi. E questa volta il governo francese accettò. Negli stessi giorni del Congresso, il conte von Biilow, l'alter ego di Bismarck nel Ministero degli esteri germanico, diceva al primo ministro plenipotenziario italiano: "Perché non prendete Tunisi?" E lord Salisbury suggeriva al secondo plenipotenziario che le coste del Mediterraneo "erano abbastanza estese perché Francia e Italia vi trovassero compensi: l'Italia poteva espandersi verso Tripoli o verso Tunisi." In quel Congresso ognuno offriva al suo vicino di occupare qualche territorio, nella speranza che il vicino, accettando l'offerta, si mettesse in lite con qualchedun'altro, che desiderava quello stesso territorio. 309 BibliotecaGino Bianco

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