Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dcil 1871 al 1915 cercles intimes, il développait plus à l'aise, avec une nuance de causticité familière, ses reflexions toujours justes et fines. Rien n'échappait à son regard pénétrant; il avait sur les uns et les autres le mot expressif et toque, et caractérisait les incidents et le fond des choses nettement, sans parti pris et sans illusion. On le considérait comme très clairvoyant et de bon conseil; et s'il devait à son titre de premièr représentant de l'Italie une certaine part de son crédit, il s'était placé sur le champ, par sa valeur personnelle, en pleine lumière; comme ùn homme qui parle ne se qu'il sait, qu'on écout toujour avec plaisir et profit. 22 Il giorno prima che si trattasse nel Congresso la questione della Bosnia, Andrassy, Corti e Launay ebbero un colloquio. Andrassy allegava la necessità di proteggere il ritorno dei rifiugiati, il bisogno di organizzare la provincia, cui non era in grado di provvedere il governo ottomano, e sopra tutto la dura necessità nella quale l'Austria si trovava di prevenire la formazione alla sua frontiera di una forte agglomerazione slava, la quale minaccerebbe l'esistenza dell'impero. Aggiungeva, i plenipotenziari austriaci essersi arrestati al concetto di occu- · pazione, invece di quello dell'annessione, per riguardo all'Italia. 23 Il principe di Bismarck si meravigliava invero che l'Austria non si decidesse a domandare francamente l'annes– sione. Ma egli (Andrassy) sperava che l'Italia terrebbe conto all'Austria di questa condi– scendenza.24 Corti e Launay fecero osservare che essi non potevano non tener conto dei sentimenti, che circolavano in Italia. Si convenne che nella seduta ufficiale, sulla proposta di affidare al governo di Vienna l'occupazione per– manente della Bosnia-Erzegovina, Corti avrebbe domandato qualche spiega– zione, che potesse essere interpretata magari come "una specie di riserva implicita"; e Andrassy non se ne sarebbe adontato. 25 Nella seduta ufficiale del 28 giugno, Andrassy less.euna memoria, in cui esponeva la situazione della Bosnia e dell'Erzegovina, ed invitava il Con– gresso a provvedere. Lord Salisbury propose che:: il Congresso affidasse al governo di Vienna l'occupazione militare e l'amministrazione delle due province. Bismarck appoggiò con calore la proposta britannica. Corti do– mandò ad Andrassy se "sua eccellenza era in grado di fornire, riguardo a questa combinazione, alcune spiegazioni ulteriori, dal punto di vista dell'in– teresse generale europeo." Andrassy fece le viste di dare queste spiegazioni, ma in realtà non ne dette nessuna: perché si limitò a riferirsi alla memoria già letta, e ad augurare che "il punto di vista europeo, da cui era stata ispi– rata l'Austria, sarebbe apprezzato dall'Italia cosi come era apprezzato dalle altre Potenze.,, I plenipotenziari turchi rifiutarono la proposta di Salisbury, 22 DE. MoiiY, Souvenirs, p. 106 . • 23 L'affermazione era falsa: la formula dell'occupazione era stata sost1tu1ta a quella dell'an– nessione per volontà di Salisbury, non per riguardo di Andrassy verso il governo italiano: GORIAINOW, Le Bosphore, p. 378; GooCH, Cambridge History, III, p. 135. 24 Corti a Cairoli, 29 giugno 1878. 25 Di quest'int,esa Andrassy parla in una relazione a Francesco Giuseppe del 29 giugno 1878 (WE_RTHEI_MER, Andra_ssy, III, p. 125). La relazione di Andrassy è confermata da una lettera, 5 lugho d~ Curtopass1, segretario della missione italiana, a Robilant: "Volendosi evitare una sorpresa in seno al Con81:esso 1 e ~'al~ra parte per salvare in certo modo la capra e i cavoli, furono P!ocurat_e franche e le~h s~1egaz1001con la parte avversa; grazie alle quali fu convenuto che, g11;1nto _11_nodo al pettine, s1 sarebbero in quel giorno stesso da noi in faccia al consesso chieste sp1egaz1001." 257 BibliotecaGino Bianco

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