Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza pre gravemente la dignità della Nazione"; solo cosf si toglieva al gover– no austriaco "l'occasione di aggredirci sotto infondati pretesti, il giorno in cui fosse tentato di farlo." Inoltre era necessario non dimenticare il motto di Cromwell, doversi avere fiducia in Dio, ma tenere asciutte le polveri: occor- reva affrettarsi a mettere la piazza di Verona in istato di difesa efficace. · 6. La pace di S. Stefano Le dichiarazioni di Andrassy alla delegazione austriaca avvennero il ·giorno dopo che era giunta a Vienna la notizia del grande successo ripor– tato dai russi con la resa di Plewna (16 dicembre 1877). Non esisteva piu un esercito turco. La via di Costantinopoli era aperta alle forze dello czar. Proprio in quegli stessi giorni, in Italia, il ministero Depretis si sfasciava per difficoltà parlamentari. Nel nuovo ministero, che entrò in carica il 25 dicembre 1877, Depretis conservava la Presidenza, e sostituiva Melegari agli affari esteri; Crispi otteneva il ministero degli interni. Depretis riprese subito le trattative con Gambetta, che dopo la vittoria elettorale dell'ottobre era considerato come l'ispiratore di tutta la politica interna ed estera francese. Gambetta venne a Roma il 29 dicembre 1877 e il l° gennaio 1878; parlò col re, con Depretis, con Crispi; se ne ritornò soddi– sfatto in Francia: "Ce que je voùlais faire est fait," scriveva da Roma alla sua amica, il 1 ° gennaio. 73 Che cosa aveva fatto? Noi s~ppiamo che in questo momento egli va– gheggiava un'azione comune franco-germanica, in grazia della quale la Francia ricuperasse almeno la Lorena; ripugnava assolutamente da un'al– leanza con la Russia; intendeva rimanere fedele all'amicizia coll'Inghilterra; avrebbe accettato di includere nell'accordo franco-germanico, non solamente l'Italia, ma anche l'Austria. 74 È probabile, quindi, che -nel colloquio romano Gambetta e i governanti italiani si sieno scambiati le idee per tentare una in– tesa fra i governi di Berlino, Parigi, Roma, da estendersi in un secondo tempo a quelli di Londra e di Vienna: la triplice Germania-Francia-Italia, avrebbe dato man forte ai governi di Vienna e di Londra per escludere la Russia dalla penisola balcanica, assicurando nello stesso tempo al governo di Vienna piena libertà d'azione verso Salonicco; in compenso, e anche gra– zie alle pressioni balcaniche sul governo di Vienna, questo avrebbe ceduto all'Italia il Trentino; il governo di Berlino avrebbe potuto annettersi l'Olan– da, lasciando mano libera al governo francese nel Belgio e retrocedendo la Lorena alla Francia. 75 Una settimana dopo, nella notte dall'8 al 9 gennaio 1878, il re Vittorio 73 LAUR, Le cceur de Gambetta, p. 94; HANOTAUX, Hist. de la France contemp., IV, p. 258. 1 4 LAUR, Le cceur de Gambetta, pp. 7-106 sgg., 136. 75 Queste voci circolavano negli ambienti diplomatici di Parigi sul principio del 1878: HOHENLOHE, Denkwiirdigkeiten, II, 227. 234 BibliotecaGino Bianco

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