Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 tezza che Bismarck avrebbe approfittato di una guerra franco-italiana a proposito di Tunisi, per affrontare e vincere una triplice franco-anglo-russa con l'aiuto dell'Italia e dell'Austria, quale sarebbe stata la condizione del– l'Italia nella guerra? L'Italia avrebbe contribuito alla vittoria degl'imperi centrali per terra; ma sarebbe stata assolutamente rovinata dalle forze franco– inglesi per mare. Valeva la perla di affrontare questo sicuro disastro per conquistare la Tunisia? · E chi, in Italia, pensava prima del 1876 a conquistare la Tunisia? Nes– suno. Gli uomini politici itafomi non domandavano che il mantenimento del– lo statu quo. Dunque, l'alleanza con la Germania, conchiusa nel 1873, o nel 1874, quando Bismarck contrastava ancora i desideri tunisini del governo francese, avrebbe potuto essere utilizzata ragionevolmente da Visconti-Venosta sola– mente per impegnare il governo tedesco alla garanzia dello statu quo in Tu– nisia contro eventuali iniziative espansioniste da parte ddla Francia. Questo sembra certo, almeno per un certo m~mei-odi anni. Ma quello statu quo era difeso energicamente già dal governo inglese. La garanzia tedesca non aggiungeva nulla alla difesa inglese: chiedendola ed ottenendola, Visconti-Venosta avrebbe dovuto pagare con impegni gra– vosi e pericolosi una utilità che gli era assicurata gratuitamente per altra strada. Bisognava - si può osservare a questo punto - temere che un bel giorno i governi di Berlino e di Londra si mettessero d'accordo per offrire alla Francia la Tunisia; e bisognava che Visconti-Venosta rendesse impos– sibile quell'accordo, alleandosi in tempo con la Germania facendosi garentire da questa lo statu quo a Tunisi. Ma anche a questa critica si può rispondere che l'accordo anglo-tedesco per abbandonare alla Francia la Tunisia, avv~nne nella primavera del 1878, cioè in un momento in cui i due Gabinetti di Londra e di Berlino avevano bisogno di neutralizzare il governo francese nella crisi orientale. Bismarck, che non ebbe mai molti scrupoli nella esecuzione dei trattati, si sarebbe lasciato legare le mani dall'alleanza con l'Italia, nel fare i propri affari con l'Inghilterra e con la Francia? Ad ogni modo, nessuno fra i critici di Visconti-Venosta previde, pri– ma del 1878, come non lo previde Visconti-Venosta, l'accordo anglo-tede– sco per dare Tunisi alla Francia. Anzi, quando l'accordo fu un fatto compiu– to, nessuno fra i critici dei fatti compiuti se ne accorse; e quando le notizie cominciarono a trapelare, nessuno volle crederci: tutti operarono come se un accordo di quel genere non fosse possibile, e contribuirono con la loro leggerezza infantile a preci,pitare quella politica conquistatrice francese, di cui attribuivano a Visconti-Venostà la responsabilità. Ad ogni modo, dall'esame che precede, risulta che fino dal periodo 1871- 1876 si trovano fissate nel pensiero delle classi dirigenti italiane quelle, che saranno le preoccupazioni fondamentali della politica estera durante i sue- . . ' . cess1v1quarant anm: 195 . . . Biblioteca Gino Bianco

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