Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte terza Nella situazione d'impotenza d'Italia, codesto è un pregio: evita i disinganni, le compromissioni, le umiliazioni, i soprusi. Ha idee. Conosce l'Europa. Ha stile di cancel– leria elegante, parco, lento, ma forbito. E non divaga. Sa dire, e bene, tutto quel che vuole e non una sillaba di piu. Ha flemma inglese; percezione non pronta, ma sicura. È tardo nell'agire, ma persevera, aspettando tutto dagli eventi: piu dalla forza delle cose e del tempo, che dagli uomini. lnertia sapièntia è la sua divisa. È stimato per probità - anche politica. 57 E la esperienza dimostrava che questa politica di attesa conciliante era bene calcolata e saggia. Infatti, dopo il 1873 i clericali e i monarchici non fa– cevano che perdere continuamente terreno in Francia sotto la pressione dei repubblicani e dei democratici. E col decrescere della marea clericale fran– cese, si attenuavano anche in Italia i sospetti e le avversioni contro la Francia. 58 Nella lettera di Visconti-Venosta, il governo italiano guadagnava la certezza del concorso tedesco per un caso di aggressione francese, e non dava al governo tedesco che una solidarietà, la quale sarebbe durata solamen– te finché il pericolo dell'aggressione francese non si fosse dileguato per l'I– talia, grazie appunto alla solidarietà della Germania. Bismarck non era uomo da tenersi pago a questo genere di mercati. I vantaggi immediati, che l'amicizia tedesca assicurava al governo italiano, do– vevano essere pagati da questo con impegni futuri. Bisognava che l'Italia si separasse definitivamente dalla Francia ed entrasse stabilmente nell'orbita del– la politica germanica. Perciò l'attitudine riservata di Visconti-Venosta lo m– quietava e lo irritava. Il conte De Launay echeggiava certamente i malumori bismarckiani, in una lettera a Robilant del 1° aprile 1873: Pour le prince Bismarck, comme il me le disait recemment, l'alliance de l'Italie est pour son pays une alliance prédestinée; mais il faudrait de notre coté aussi donner des gages de notre bon vouloir ... J'éspère qu'à Rome on mettra de coté toute politique senti– mentale pour ne consulter que nos intérets. Or ces-ci nous conseillent d'accorder nos préferences à l'Allemagne ... lei on ne se fait aucune illusion sur ce point, à savoir qu'une seconde guerre soit inévitable. Si elle arrivait, le marechal de Moltke est d'avis que l'Italie et l'Allemagne devraient marcher droit sur Paris pour s'y donner la main au mieux de leurs intérets. Il est navrant de voir chez nous qu'il y a encore de gens qui prechent qu'il faut chercher à tenir la balance égale entre la France et l'Allemagne. À moins d'etre un saltimbanque, je ne vois pas la possibilité de marcher ainsi sur cette corde tendue sans se casser le cou. Il ministro Visconti-Venosta era evidentemente, secondo il rappresentan– te italiano a Berlino, uno di quei tali saltimbanchi che si ostinavano a cam– minare sulla fune col pericolo di rompersi il collo. Col viaggio di Vittorio Emanuele a Berlino, De Launay sperò per un momento che l'alleanza italo-germanica avesse fatto un gran passo. Ma ben presto dové deludersi. 172 s 7 PETRUCCELLI DELLA GATI'INA, Storia d'Italia dal 1886 al 1880, 157. sa CHIALA, Pagine, II, 177, 191. BibliotecaGino Bianco

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