Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

La politica estera dell'Italia dal 1871 al 1915 le Potenze, che circondano l'Italia per terra e per mare, hanno interesse ad attirare il governo italiano dalla loro parte, e ad evitare che sia attirato dagli avversari. Gli offrono vantaggi, piu o meno reali, in cambio dell'ami– cizia; gli minacciano, piu o meno apertamente, danni piu o meno gravi, non solamente se accenna a diventare ostile, ma anche se desidera di rimanere neutrale. Cosf l'Italia è continuamente trascinata nei problemi continentali dalla importanza militare della pianura del Po, e nei problemi mediterranei dalla importanza navale della penisola. Per questa ragione è assai malagevole ai governanti italiani rimanere neutrali in una grande crisi internazionale. Per difendere questa neutralità, essi debbono mantenere sotto le armi una forza militare altrettanto grande, e debbono usare una assai maggiore cautela, che se volessero schierarsi con una delle parti belligeranti. E non sempre è facile scegliere una direzione sicura nel groviglio delle questioni continentali e mediterranee. Derivano da questa condizione di cose le oscillazioni, o - se meglio piace chiamarle cosf - le ambiguità della politica estera italiana. I non italiani spiegano generalmente queste ambiguità col cosf detto "machiavelli– smo" italiano. In realtà esse derivano quasi sempre da quella indecisione - talvolta è addirittura ottusità mentale - che è inevitabile, quando ci sono molte e incerte possibilità, e quando il paese non ha la fortuna di avere al timone un uomo di genio come il conte di Cavour. 2. Difficoltà interne ed esterne: la questione romana La posizione geografica non basta, da sé sola, a spiegare la politica estera, né dell'Italia, né di nessun altro paese. Continui spostamenti di bisogni e di potenza si determinano nell'interno di ciascuna nazione, col variare delle condizioni demografiche, economiche, sociali. Nuovi problemi internazionali e nuovi raggruppamenti diplomatici sorgono col fluttuare di quelle situazioni. Inoltre le necessità, che nascono dalla posizione geogra– fica, dalle evoluzioni interne, dagli spostamenti di equilibrio fra le nazioni, debbono essere volta per volta interpretate e valutate dalle classi dirigenti e dagli uomini di governo: cioè la politica estera di un paese è, in ultima istanza, determinata dalla cultura politica delle sue classi dirigenti, cioè dalle tradizioni burocratiche e diplomatiche, dalle ideologie dei partiti che predominano via via nella vita pubblica, dai preconcetti e dai sentimenti, spesso irrazionali, dei sovrani, dei ministri, degli ambasciatori, di tutti quei personaggi, che hanno influenza, palese o clandestina, sulla pubblica ammi– nistrazione. Il neonato Regno d'Italia contava, nel 1871, 27 milioni di abitanti. Le popolazioni delle altre principali Potenze europee si disponevano nel seguente ordine numerico: 143 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=