Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Capi'tolo secondo 1 l l " Grande Ministero" Sommario: 1. Crispi e la Russia. - 2. Crispi e la Francia. - 3. Crispi e la questione ro– mana. - 4. La convenzione militare del 1888. - 5. Bismarck e Crispi nel 1889. - 6. Il fallimento. l. Crispi, e la Russi·a Quando, nel luglio 1887, Crispi assunse la presidenza del Consiglio e il ministero degli esteri, l'Italia aveva da pochi mesi rinnovata la Triplice Al– leanza integrandola con l'intesa mediterranea coll'Inghilterra. Nei trattati ita– lo-austro-germanici del 21 febbraio 1887, la Germania garentiva all'Italia lo statu quo nell'Africa settentrionale contro eventuali nuove espansioni fran– cesi; e l'Austria si impegnava con un patto, che doveva nel 1902 costituire l'ar– ticolo VII della Triplice, a rispettare lo statu quo balcanico, e ad accordarsi preventivamente con l'Italia col criterio dei compensi equivalenti nella even– tualità che lo statu quo non potesse piu essere mantenuto per ragioni indi– pendenti dalla volontà dell'Austria e dell'Italia. L'intesa italo-inglese del 12 febbraio 1887, a cui aderiva l'Austria il 24 marzo, dava all'Italia la sicurezza che anche l'Inghilterra seguiva la politica del mantenimento dello statu quo nel Mediterraneo e nei mari adiacenti. "Lasciamo l'Italia in una botte di ferro," aveva detto a ragione il conte di Robilant, autore di questo siste– ma diplomatic6, uscendo dal rpinistero degli esteri proprio nei giorni in cui si .firmavano 'ì documenti dell'Intesa mediterranea e dell'Alleanza conti– nentale. Salendo al governo, Crispi trovò la questione balcanica in un momento assai critico. Nel luglio de~ 1887 era stato eletto principe di Bulgaria Ferdi– nando di Sassonia~Coburgo; H governo russo rifiutava nettamente di dare il proprio consenso a questa nomina, e proponeva e minacciava misure di coercizione, a cui si opponevano Inghilterra e Austria. Crispi si slanciò in prima fila a sostenere il dovere di non opporsi al fatto compiuto. Aveva ere– ditato da Mazzini la simpatia attiva per le popolazioni cristiane dei Balcani e il concetto che l'Italia avesse il dovere di aiutarle a conquistare la loro indipendenza dai turchi e organizzarsi in libera confederazione, contro ogni ambizione di conquista, tanto della Russia quanto dell'Austria. 1 Il capitolo primo: Il Congresso di Berlino si ritrova modificato e ampliato nella parte ine- dita del I volume della Storia della politica estera, quindi viene omesso. · Parte di questo studio era già stato pubblicato nella Rivista delle Nazioni Latine, nei numeri del 1° e 16 maggio, del 1° e del 16 giugno 1918. [N.d.C.] 107 BibliotecaGino Bianco

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