Aldo Garosci - Carlo Rosselli e il movimento "Giustizia e Libertà"

11 liberalsocialista, doveva compiere un esperimento sul tipo di « Giustizia e Libertà». Quando la congiura esce dagli ambienti politici per diffondersi nella società, ben brava è quella polizia che riesce a spezzarla. La « Giustizia e Libertà >> del 1930 aveva però ancora troppi aspetti attraverso i quali era facile colpirla e si prestava troppo agli attacchi, per poter resistere ef!icacèmente contro l'O.V.R.A. e moltiplicarsi malgrado le repressioni. Quel che « Giustizia e Libertà » fece, fu difendere ostinatamente le posizioni materiali, cercando nello stesso tempo di rassodare e approfondire le sue basi morali e intellettuali. Rimase sempre alquanto stretta tra le due ipotesi dell'azione pratica e ddl'azione intellettuale, senza scegliere a volte con perfetta chiarezza. Ma non abbandonò il filo trovato. La condotta di Bauer, Rossi, Fancello, Traquandi dinnanzi al tfibunale, che li condannò a pene gravissime, stabilì i fondamenti morali dell'organizzazione. Nel 1931 furono arrestati altri gruppi a Milano, a Torino, a Roma; ma dapper- • tutto si ebbe contegno fermo e, tranne che in Milano, ove l'organizzazione non tornò più quel che era- stata nei tempi del suo primo fiorire, nuovi nuclei si crearono, che contribuirono non poco anche all'evoluzione di Rosselli e dei suoi compagni all'estero, alla formazione colà di un gruppo dirigente nuovo, e all'elaborazione di nuove idee e programmi. Nel 1932 si concluse un accordo tra la «Concentrazione>> e « Giustizia e Libertà >>. La « Concentrazione», come abbiamo accennato, era un cartello di partiti democratici: il repubblicano, il socialista, la Lega dei diritti. dell'uomo, la Confederazione- Generale del Lavoro in esilio. Con i successi conseguiti da « Giustizia e Libertà », con la permanenza di un nucleo dirigente all'estero, con la dimostrata possibilità di una azione di cospirazione in Italia, era, impossibile che i due or- - 13 - B1biotecaG no Bianco

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