P. Werner - La Repubblica bavarese dei consigli

- 61 - la speculazione sul denaro che veniva esercitata specialmente dai piccoli borghesi impauriti e sobillati, e per pagare i salari agli operai. Come già dicemmo, l'amministrazione delle finanze era nelle mani del Commissario del popolo Maenner, con a lato un Commissario politico. Organo esecutivo era il Consiglio bancario rivoluzionario, sorto dalle recenti organizzazioni d' im· piegati. • Si passò immediatamente a nazionalizzare le banche. Furono chiusi i conti bancari e permessi i prelevamenti solo fino alla concorren.za di 100 marchi al giorno o 600 marchi la settimana previa dimostrazione dello scopo e del bisogno. Furono aperte le casse forti delle banche, e i denari ivi esistenti sequestrati e registrati. Il decreto di sequestrare anche le carte valori rinvenute nelle· casse fu sabotato dallo stesso Maenner, che aveva concor~o a redigerlo. Egli dichiarò di non poter partecipare ad un « furto politico». Ritorneremo più tardi su questa faccenda. Fu abolito il segreto bancario, questo mezzo di protezione della frode capitalistica. Si comminarono pene contro la_speculazione sulla moneta e si proibl l'esportazione di valori e il pagamento di dividendi. Le entrate giornaliere delle grandi e medie aziende e le pigioni delle case dovevano consegnarsi alle banche, quelle giornalmente, queste mensilmente, per esservi annotate a credito. Nelle aziende i rispettivi Consigli dovevano provvedere all'esecuzione di questa disposizione. I salari furon pagati a carico delle aziende anche durante lo sciopero generale, e i mezzi occorrenti potevano esser versati dalle Banche dietro indicazione del Consiglio di fabbrica competente. I piccoli impresari ricevevano anticipazioni dallo Stato, quando potevano dimostrare per mezzo dei Consigli di fabbrica di non avere i mezzi occorrenti. Anche gli operai occupati al fronte al servizio del Governo dovevano esser pagati dall'azienda cui appartenevano. B blioteca Gino Bianco

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