P. Werner - La Repubblica bavarese dei consigli

- 44 - lato si accumulavano ed esigevano grande risolutezza e nessun riguardo. Ma quest' impressione ·dileguò intieramente già la . stessa sera dell' 11 aprile. Si tenne un grandioso comizio dei Consigli di fabbrica, in cui i singoli partiti dovevano giustificare la propria condotta. Ancora una volta apparve I' enorme <fyfusione creata nelle masse lavoratrici dagli avvenimenti dell'ultima settimana. Una grande eccitazione dominava l'assemblea, che invano cercava di trovare una via d'uscita dalla sìtuazione. Come documento dello stato.d'animo basterà, tra le numerose proposte, che furono presentate, parzialmente approvate e quindi nuovamente annullate, riportarne una, che rappresentò il punto culminante, secondo la quale tutto il potere doveva essere affidato al compagno Levien, il quale avrebbe scelto di propria autorità i suoi collaboratori. Solo con fatica si riuscì a convincere i consiglieri operai che non si trattava di una questione di persone, bensl del modo con cui il proletariato come tale dovesse agire. Ecco il resoconto dell'adunanza, dato dalla Miinchener Rote Fahne, la quale allo stesso tempo riproduceva il punto di vista del Partito comunista come era stato sostenuto davanti ai consiglieri di fabbrica. « Al banco degli accusati v'era il Partito comunista. - « Esso stava al banco degli accusati, e tuttavia l'intiera adu- « nanza fu una manifestazione di riconoscimento della forza del « Partito comunista e della sua importanza per. il movimento « rivoluzionario. « Sempre di nuovo, sempre più energicamente si tribu- « tava ad esso questo riconoscimento: e sempre più vivamente, « sempre più appassionatamente esso veniva accusato. « Perchè il Partito comunista, questo forte baluardo, questo « saldo braccio della rivoluzione, respinge la responsabilìtà della « proclamazione della repubblica dei Consigli? Perchè esso non « se ne addossa la responsabilità, una volta che la repubblica « dei Consigli è un fatto compiuto? Ecco le domande che a « noi rivolgevano gli accusatori, i rappresantanti autorizzati degli « operai di Monaco. Esse mettevano capo a quest'accusa: - Voi « dilaniate il proletariato, ne spezzate l'unità e la compattezza. B blioteca Gino B,anço

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