P. Werner - La Repubblica bavarese dei consigli

- 41 - IO. La condotta del Partito comunista di Germania. Esponemmo già come il Partito comunista nella seduta decisiva si opponesse risolutamente alla turlupinatura della proclamazione della repubblica dei Consigli. Dopo il 7 aprile il Partito si trovò di fronte ad una nuova situazione. Il rivolgimento era ormai compiuto, con la partecipazione di una parte dell'antico Governo e senza resistenza dell'altra. Era sorta una parvenza di repubblica dei Consigli, che operava con le parole d'ordine della propaganda comunista, senza avere la forza e neppure la capacità spirituale di trasformare quelle parole in realtà. Di fronte a questo Governo il nostro Partito non poteva tenere altra attitudine che quella tenuta verso il Governo di Hoffmann. Era necessaria la critica più severa. Nei grandi comizi pubblici che ogni giorno si tenevano, in discorsi nelle fabbriche, nella propaganda delle nostre idee nelle caserme, noi criticavamo la fiacchezza e l'incompiutezza di questa iniziativa. Ma non potevamo fermarci a questo. Mentre sotto il Governo di Hoffmann noi avevamo le mani legate, invece la pseudorepubblica dei Consigli dovette necessariamente lasciarci piena libertà di movimento; e noi non potevamo non trarre partito di tale possibilità. Una volta che dichiaravamo ai lavoratori che la base di ogni repubblica dei Consigli sono appunto i Consigli operai, dovevamo por mano ad organizzare il sistema dei Consigli. Una volta che noi affermavamo che in una repubblica dei Consigli non doveva porsi alla testa del Governo una qualsiasi cricca di avventurieri politici, ma il potere governativo doveva uscire dagli stessi Consigli, sorgeva per noi l'obbligo di promuovere la formazione di questo reale Governo dei Consigli. Una volta che noi si dichiarava essere i socialisti maggioritari nemici giurati del sistema dei Consigli, e gli indipendenti traditori dei Consigli di fabbrica, ed entrambi i partiti come partigiani della democrazia borghese non essere in grado d'attuare l'idea comunista della repubblica dei Consigli ·e della dittatura del proletariato, necessariamente dor1vamo suscitare nelle masse il desiderio di metter da parte qudfo accozzo di socialisti magB blioteca Gino Bianco

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