Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

52 Che cos3 do" remo dnnque fare ? Manlenere una politic ~:~ inùipenùente dalla Froncia, come abbiamo fatto ogni volta che sconsiglinti dfll · nostro potente alleato, abbiamo proceduto nella via dell' unità. Dopo elle a Villafranca l' Imperatore dci Francesi ebbe riconosciuto i dirilti dei principi spodestati , gli ILC~ liar.i, professandosi grati al loro éwgusto <llleét lo, non si tennero per legati dagli impegni che non avevano contral ti. Anche allora le dichiarazioni uffìciali erano aff;.ltlO contrarie aii'Itnli;l, anzi allora i ministri dell' Imperatore dice,·ano ai TosGa ni, ciò che non' so se dicano oggi ai Romc:tni: non si farà mai l' annessione che voi volete. La forza irresistibile della logica condusse ad nn risultato p1ù felice. Am· messo il non mtervenlo, riusciva impo:-;sibile che i Toscani aressero ~ G aIl ro governo da quello che volevano. Anche oggi la logica sta per noi . L'1mpcratore dic hiara urgente la risolozio~le definitiva della questione, dichiara che la ri soluzione non Sélrà soddisfacente, se i Romani non accetlétnO libenmenle l'autorità del Papa. Quest'accettazione non avrà mai luogo, l'Imperatore non vool imporre nrt ultimatum nè élll' una , nè c.~ll ' allr(t delle parti. Dunque converrà rinuoc iC~rc a tenere in piedi nn governo che i Romani non Dccetteranoo mai. La questione presrnte è mollo più difficile di quella, in quanto chè il territorio la cui conservazione al Pap(l è ancora volut:J dall'Imperalore è occupato dalle sue armi e la sovrJnilà del pontefice viene invocata sotto pretesto di religione (i ). . 11) Per ùimos trare quanto g iovino al cattolici smo quei cl!fcnsori oflìciosi od ufficiali del la rel igi one che l a assoCiano all a sovr<1 nità l empo r ::~ l c del Papa, farò conoseerc i ùesidcrii espressi da uno scrittore sci :;matico rus 'O che

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