Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

49 1849 in poi si mostrò relriyo in politica.qu~ntnnque alcuni aderenti suoi fos·sero e siant) disposti ~ secondario. Ma non volle nè anche separarsene in tutto. Nessu na innovazione farebbe tan ta impressione sulle immaginazion i francesi, quanto l' abolizione della potenza temporale del Papa protetto daWimperatore dei Franchi del medio evo, e da l presente rinnovatore dell'imperio francese. Anche coloro a cu i viene in uggia l'assurdo governo di Roma, anche coloro che sanno megl io come la potenza temporale del Papa non abbia che fare con Ja religione, inclinano a proteggerla, perchè proteggendola , la Francia assume su tutta la callolieità un péì trocinio, e sull 'Italia uo protettorato in cu i l'amor propr io de lla nazion.e si compiace. Per questo verso l'Imperatore dei Francesi desidera la conservazione del potere tempora le del Papa. Ma anche su di ciò corwiene ra .:;sicurarci , e non esagerare i timori. Napoleone Hl, dicono alcuni, avversa l'unità ita- \i(lna, sarebbe disposto in cerio eventualità a liberare i veneti dal giogo austriJco , a farne dono al Re suo consanguineo , esigendo in compen:-:o non la Sardegna, sibbene il sagrifizio de lle provincie meridionali , dove regnerebbe un principe qna lsiasi : un Bonaparte, un Murat , nn Cobnrgo , un Leuchtenberg, ed anche nt1 Borbone. Cùsì, stando la sovranilà del Papa in Roma , l' impera tore avrebbe una eonfederazione di tre o quattro piccoli Stati presiedllta dal pontefice re di Roma, e l'ftrllia sa rebbe sempre minorenne sotto la tutela di Francia (t). Confesso che quest'idea non mi (t J G. Pallavicini, llue lettere, 41 42,

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