Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

l 4[j, deputati? Non credo che ve n'abbia io Europa un'a ltra più devota al monarcato costituzional e, e la sua elezione al domani del giorno in cui il PlebisCÌ[o delle provincie meridionali aveva consacr:-~to l'unità d' Italia fu uno dei fatti che attestarono più sp l endid~lmente l'indi rizzo regolare e pacifico della nostra rivolnzione. Eppure in questa Camera sta appunto la sede del languore che travaglia l'Italia, dappoichè essa ha perduto l'influ enza preponderante che debbe avere fra i grandi poteri dello Stato. Niuno deve nè può, niuno vuole usurpare l'autorità che a lei compete. L'auda ce tentativo di un uomo che voleva mutare da sè la politica approvata dal Parlamento fu vinto. Ci volle tutto. ciò che vi ha di ::; ingoiare nel suo carattere e nella sua vita , perchè la nazione, dopo aver dimenticato il suo fallo come lo dimenticò il Re, non gliene abbia vo1ulo male. Non esercitando la Camera dei deputa li }':)ulorità morale che le compete, l'Italia , si sconforla e si illanguidisce , onde vien meno il prestigio delle nostre instituzioni e del nostro governo. Non ci facciamo illusione, è questo un primo indizio di quell'anarchia morale che rende irresoluti i buoni, e audaci i tristi, e che presso altr i popoli, i quali si tenevan più sicuri di noi fu for i e ri:~ deH'a narchia che prorompe in piazza, e che lascia eredi del suo potere le dittature. Altri crede che oecorrerebbero elezioni nuove. A me pare che questo allontanerebbero, non ri solverebbero le diffico ltà. Credo e spero che non verrebbe una camera garibaldina, ma una di politica cos tituzionale mouerata. Quando fosse cosi la si comporrebbe a un di presso di coloro che vi seggono

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