Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

45 ' IX. · La prima idea che si affaccia agli stranieri i quali studiano le nostre condizioni con animo amico è questa, che l' Italia è in una crisi, che l'ora fatal e detle difficili prove è suonata per lei (t). Nei nostri liberali, certo non venne meno la fede nei destini d' Italia, ma la loro fiduci~ non è più così serena, non li raccoglie in un pensiero così unanime come due anni fa, al domani di una grande sventura: la morte del conte di c~wour . Che cosa difetta oggi all' Italia ? la fede nel re? L' aureola di lealtà e di popolari tà che lo f!l splendere fra i sovrani circonda sempre la sua fronte. La fidueia nell'esercito ? Ogni giorno conferm~ le speranze che ritalia fonda su l suo valore e sulla sua fedeltà al Re, alla costituzi one, all' ltali::l. Il senno della nazione ? Essa superò testè una prova più difficile di tutte quelle che le si affacci:-~rono fìnora, quando le provincie dell' Italia meridionale stettero sa lde nell' obbedienza all'autorità costituzionale del Re, mentre la presenza di Garibaldi metteva in apprensione tutti gli amici delle nostre inslituzioni. Difetta il parlamento ? certo che l<t ca usa della minore fiducia non può stare nel Senato, consesso moder~tore dove han seggio alcune delle più belle glorie d' Italia. E la_Camera dei <t) D'Haus~onville. M. de Cavour et la crise italienne.

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