La quistione romana nell'Assemblea francese

14 LA QUISTIO'NE TIOMANA curare l'equità dei tribunali, addurre una giusta ripartizione dei pubblici carichi tra i vari ordini di citladini, conferire insomma ai Romani i vantaggi di un governo saviamcnte liberale. Queste leggi sono promesse; e la parola di Pio IX basta per isgombrare ogni dubbio; frattanto i consigli . del la Francia saranno rivolti a fare che il Motu pmp1·io sia pienamente recato ad effetto, e soprattutto ad ottenere che la clemenza del Pontefice si stenda su tutti coloro ùhe possono essere perdonati, senza che l'ordine pubblico ne cotra rischio. Questa deve essere l' opera di un'influenza continua, paziente, rispettosa e tranquilla; influenza che diverrebbe una pretensione inammissibile, se delle circostanze felici non ci avesser permesso di esercitarla nei confini convenevoli alla dignità c alla indipendenza della Santa Sede. Ma, attesi i risultamenti giù otlenuti , noi non possiam dolerci che i nostri soldati sieno sul Tevere in vece degli Austriaci, quando essi vi si son condotti con tanta valentìa e moderatezza , c quando tutti sanno che essi vi han salvato i primi benefìzi che Pio IX concedeva a' suoi popoli fin dagli esordi del suo pontificato. Da ultimo potrebbe chiedersi: resteran lungo tempo ancora colà le nostre armi.? Questione nel presente tempo dirficile a sciogliersi, in quanto è impossibile divinare il momento che il Papa potrà passarsi di esse in un paese stato sì frescamente il teatro di tante commozioni. L'interesse della Francia è di abbreviare al possibile la sua occupazione, siccome quella che non fu indiretta a fare una conquista, o ad esercitare un dominio usurpato. Essa ha inteso compiere in Italia l' opera che apparteneva di necessità ad una delle Potenze cattoliche i

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